Aefi - Associazione esposizioni e fiere italiane
Rassegna stampa
08/03/2012
Commercio internazionale. Giro d'Europa per attirare espositori all'edizione che apre il 15 aprile
La fiera di Canton «chiama» l'Italia
di Rita Fatiguso
BILANCIA SQUILIBRATA - Il vice presidente Liu Jianjun: «Partecipare alla nostra rassegna può essere una leva per incentivare le esportazioni italiane in Cina»
Giro d'Europa a tappe forzate per i vertici della Fiera di Canton, con l'obiettivo, ben delineato, di intercettare aziende pronte a esporre i loro prodotti di qualità già in vista della prossima edizione primaverile.
Belgio, Germania, Italia. Corteggiatissima, quest'ultima, specie per quei prodotti made in Italy che tanto attirano i clienti cinesi. Due volte all'anno, quest'anno, nella versione primaverile, dal 15 aprile al 5 maggio e in tre diverse fasi successive differenziate a seconda del padiglione e dei settori merceologici, i padiglioni avveniristici della nuova fiera, a forma di enormi pesci, accolgono migliaia di visitatori da tutto il mondo.
Quella che ormai è diventata la China import ed export fair, non solo esportazione, ma anche importazione di prodotti, ha totalizzato nel 2011 ben 210.468 buyer di 210 paesi e regioni del mondo con un aumento dell'1%, di cui 3.975 buyer italiani (+16% rispetto alla precedente edizione). L'Italia può spingere l'acceleratore sull'export anche per riequilibrare i rapporti economici bilaterali.
«I tempi sono maturi per andare a esporre a Canton, una fiera che si è aggiornata ai tempi e che è alle portata delle realtà straniere che producono in Cina e che possono presentarsi a Canton per attirare clienti nel mercato locale», ha detto Liu Jianjiun, vice presidente del China foreign trade center e portavoce della fiera di importazione ed esportazione della Cina della Fiera di Canton. Dal 2002, in aggiunta allo storico padiglione c'è, infatti, un padiglione internazionale in cui espositori di tutto il mondo possono godere di una vetrina privilegiata per il proprio brand e propri prodotti.
Il problema strutturale dell'Italia è quello di riequilibrare la bilancia commerciale: importiamo più di quanto non esportiamo, il rapporto è di 65 a 35. Nonostante quello che il premier Wen Jabao ha dichiarato a ottobre, in occasione della visita a Roma per l'apertura dell'anno della Cina in Italia, e cioè che entro il 2015 l'interscambio tra Italia e Cina «dovrebbe arrivare a 80 se non a 100 miliardi di euro entro il 2015».
La 111esima edizione della China Import and Export Fair - Fiera di Canton, può servire a questo scopo. Lo ha ammesso anche Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera Milano, il quale ha detto di «apprezzare molto la volontà degli organizzatori di realizzare questo evento di promozione della mostra in Italia, segno del grande interesse nei confronti del mercato italiano inteso sia dal punto di vista dei possibili espositori che visitatori che so essere già molto numerosi, credo che stiamo vivendo un momento molto importante e positivo nelle relazioni tra Italia e Cina». Ci sono già rapporti di collaborazione, questi vincoli devono essere rafforzati.
La Camera di commercio italo-cinese, invece, ha messo sul piatto il suo nella manica, nei rapporti tra i due paesi. «Da tempo - dice Mario Zanone Poma, il presidente - abbiamo attivato le procedure per l'attivazione della Camera di conciliazione. I cinesi non amano i tribunali, preferiscono le transazioni. Presto questa strategia diventerà realtà, perchè il tema delle regole del gioco fa bene a tutti». «Non si deve pensare a uno scontro tra grandi e piccoli – ha detto la parlamentare europea Cristina Muscardini – se Cina e Italia sapranno rispettare le regole del commercio internazionale questo andrà a beneficio di tutti. Specie delle pmi italiane, sicuramente meno attrezzate ad affrontare una realtà difficile come la Cina».
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