
Ziche: «Un polo fieristico veneto per contrastare la concorrenza»
Ziche: «Un polo fieristico veneto per contrastare la concorrenza»
(P.R)L’avvio di VicenzaOro 2 è anche l’occasione per fare il punto della situazione con il neo presidente della Fiera di Vicenza Valentino Ziche. Cosa si aspetta da VicenzaOro 2? «L’edizione 2005 arriva in una congiuntura economica non favorevole. Ma i presupposti di una fiera che parte dalla volontà di superare questo momento difficile ci sono tutti. Le Fiere si devono fare per nuotare controcorrente nei momenti difficili. Speriamo di portare a casa dei risultati». Questa edizione opererà una selezione maggiore degli espositori? «Non escludiamo nessuno, ma le abitudini stanno cambiando e la fiera è sempre più specialistica. Sta gia avvenendo il fatto che le aziende con un brand affermato soffrono meno di quelle piccole. Chi ha un marchio rinomato ha comunque bisogno di un tessuto su cui appoggiare altre lavorazioni, per cui ben venga il brand. Siamo in piena fase di selezione: nei momenti di congiuntura negativa la selezione è evidente. Chi riesce adesso lo fa soprattutto attraverso il design». In questo momento di estrema competitività dei paesi emergenti la fiera è ancora uno strumento valido? «La fiera dell’oro ma in genere le fiere di settore di Vicenza sono più che mai importanti in questo momento. Se si parte dall’assunto che c’è una crisi congiunturale, la fiera è un momento di incontro con realtà anche estere dove la manodopera costa meno. L’incontro con queste realtà serve a definire una progettualità aziendale che vuole il mantenimento della “mente” a Vicenza e del “braccio” all’estero. Altro motivo di credere nella fiera è la spinta che devono avere gli imprenditori orafi a puntare sempre di più sull’innovazione e sulla diversificazione dei cataloghi» Il fatto che la Fiera di Milano voglia proporsi come alternativa alla fiera di Vicenza, è un sintomo di questo crisi? «Ben venga la concorrenza, e la mia non è una considerazione di parte. La concorrenza può solo migliorare il modo di proporsi della Fiera di Vicenza, può essere solo un motivo e uno sforzo per aumentare la qualità ed il servizio. Non mi spaventa l’iniziativa milanese. Mi piace definire la Fiera dell’oro una “bomboniera”, cioè una esposizione che per le sue caratteristiche di qualità, di settorializzazione e innovazione, è inimitabile. Inoltre credo che una fiera radicata sul territorio, frutto di un distretto, nasce da una conseguenza logica che Milano non ha». Ma non crede che per affrontare al meglio la concorrenza sia necessario arrivare ad un polo fieristico Veneto? «Questo è certo. Il 18 Giugno ho appuntamento con il presidente della regione Galan proprio per discutere sull’argomento di arrivare ad un polo fieristico veneto. Mi sembra il momento maturo per applicare il vecchio adagio “l’unione fa la forza”, e sto cercando di capire le intenzioni della parte pubblica che potrebbe fungere da collante anche attraverso agevolazioni creditizie e fiscali».