Rassegna stampa

«Vicenza è quella che rischia di più»

(ma. sm.) «La Fiera di Vicenza è quella che rischia di più: se il polo regionale non andrà in porto, i contraccolpi peggiori saranno per l’ente berico». Il governatore Giancarlo Galan, atteso stamattina in via dell’Oreficeria per l’inaugurazione di VicenzaOro, fa questo esempio per portare l’acqua al mulino della cordata veneta impegnata nell’assalto a PadovaFiere. Secondo il presidente del Veneto, Vicenza è quella che avrebbe più bisogno di una forte alleanza per respingere la concorrenza (non solo estera) che in questo settore è sempre più agguerrita. Questa considerazione, forse motivata con le gravi difficoltà che, negli ultimi anni, hanno ostacolato proprio il settore orafo, serve a Galan per ribadire il concetto: « PadovaFiere non può essere lasciata ai francesi: il Veneto deve sapere far squadra e privilegiare l’offerta presentata dalle Fiere di Verona e Vicenza, unitamente agli istituti di credito veneti e alla Regione stessa, in una prospettiva di grande sviluppo futuro». La decisione sarà presa da PadovaFiere il prossimo 30 gennaio, ma i francesi di Gl Events (un colosso nel settore fieristico), spalleggiati dai gruppi Boscolo ed Elbi, paiono nettamente in vantaggio, se non altro dal punto di vista della liquidità offerta: 14 milioni di euro contro gli 11 offerti dalla cordata veneta. E allora? E allora Galan non cambia certo idea, confortato in questo da molti altri protagonisti dell’economia veneta, a cominciare da Massimo Calearo, presidente di Assindustria Vicenza e di Federmeccanica, e da Gianni Zonin, presidente della Popolare di Vicenza. Dall’altra parte c’è buona parte dell’establishment padovano: più che alla provenienza dei candidati all’acquisto, guarda alla pecunia che sono disposti a sborsare. Inoltre c’è la questione di spa e privatizzazione che, secondo il ragionamento patavino, farebbe preferire di gran lunga l’opzione Gl Events. Padova, infatti, è l’unica fiera ad avere già avviato il processo di privatizzazione previsto dalla legge, e l’acquisto del capitale da parte di enti pubblici potrebbe essere interpretato come un clamoroso dietro front. Di fronte a queste obiezioni, Galan tira dritto per la sua strada: «Le Fiere sono troppo importanti per lasciarsele sfuggire – argomenta -. Se le lasciamo ai francesi, rischiamo di farci colonizzare dai loro prodotti, dando un colpo ulteriore all’economia di casa nostra. Mi pare sia doveroso, da parte di un amministratore pubblico, coordinare una politica in grado di dare risposte concrete, inserite in un programma chiaro e lungimirante». Il problema, come dire, è di ordine strettamente economico. E Padova non può permettersi di trascurare questi parametri. Per questo Galan ha convocato, per martedì prossimo, tutti i protagonisti veneti della vicenda, a cominciare da Manuela Dal Lago, presidente della Fiera di Vicenza. In linea teorica, si potrebbe arrivare ad un rilancio, magari per colmare il divario che separa Vicenza e Verona da Gl Events. Ma trovare i milioni necessari da buttare sul piatto non è impresa così agevole. Si vedrà. Quel che è certo è che Galan ha fatto del polo fieristico veneto una sorta di sfida decisiva: se si vince vuol dire che il Veneto ha imparato finalmente a fare squadra, se si perde vuol dire che non c’è più possibilità di pensare in comune. Considerati i passi falsi (così almeno sono stati interpretati ai piani alti) compiuti nella trattativa sul quotidiano Il Gazzettino (“sfilato” agli imprenditori veneti da Caltagirone) e nelle implicazioni dell’affaire-Antonveneta (il cervello si allontana da Padova), le Fiere sono l’ultima chance per dimostrare che c’è ancora uno straccio di squadra da mettere in campo.

Newsletter