
Verso il listino Fiera di Verona e BolognaFiere
La prospettiva di ripresa, e quindi dell’accresciuta possibilità che i mercati tornino presto a restituire più soddisfazioni rispetto al recente passato, contribuisce a stimolare le società che guardano alla Borsa. Tra le italiane che non hanno abbandonato il piano c’è Prada, la cui quotazione, come ha detto recentemente l’amministratore delegato, Patrizio Bertelli, «è solo una questione di tempo». Il gruppo aveva bloccato il processo dopo l’11 settembre.
Stanno valutando la quotazione anche Fiera di Verona, il cui consiglio di amministrazione ha approvato la trasformazione dell’ente in Spa, e BolognaFiere. Quest’ultima, che ha chiuso da poco un aumento di capitale riservato a nuovi soci, conferma che la Borsa è «un’opzione aperta per un ulteriore ampliamento della base azionaria». Fonti finanziarie rivelano poi che per l’Ipo di Terna, la società del gruppo Enel che gestisce la rete di trasmissione elettrica, sono stati scelti come collocatori Mediobanca e Goldman Sachs.
In Germania proseguono i preparativi per la quotazione della catena di magazzini di elettronica Media Markt et Saturn. La norvegese Opera Software (applicazioni per Internet) ha previsto lo sbarco alla Borsa di Oslo per marzo: obiettivo 75-150 milioni di euro.
Questa settimana, oltre a un mercato statunitense sempre molto attivo, è stata vivace anche l’Asia. Il primo gruppo cinese di semiconduttori Smic, che programma di lanciare entro marzo un’Ipo da un miliardo di dollari, ha ottenuto il via libera dall’Authority per quotarsi a Hong Kong. Il 19 febbraio ci sarà il debutto di Shinsei Bank, la prima banca del Sol Levante controllata da investitori esteri, oggetto della maggiore Ipo giapponese (2,36 miliardi di dollari) dal luglio 2003.