Rassegna stampa

«Veronafiere dovrà essere ancora più forte»

La guerra è finita? No, è appena iniziata. «Il nemico è in casa». Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto, le ha provate tutte per rendere competitiva la cordata veneta e preparare un rilancio interessante in grado di contrastare l’offerta francese per acquistare la maggioranza di Padovafiere e dare vita a un sistema fieristico regionale. Ma ieri ha avuto la conferma che «i miei padovani» hanno collaborato con il nemico. Del resto, dalla Camera di commercio padovana era uscita la dichiarazione. mai con i veronesi, piuttosto con i francesi. E a quel punto c’era poco da fare. Un altro segnale di debolezza del Nordest che non fa sistema, presidente… «No, non voglio dire questo, perché mai come in questa occasione siamo riusciti a fare squadra mettendo assieme la Regione, Verona, Vicenza, gli enti locali, le banche, le categorie. È stato un segno di grande forza. Non c’è stata la solita politichetta, ma l’occasione è stata gettata al vento. E provo una grande tristezza nel vedere i miei padovani comportarsi in questo modo». Padova ha appoggiato i francesi fin da subito e poi è intervenuta anche Milano: la sensazione è netta. È anche la sua? «È stata una vicenda strana. Una gara molto discutibile. La prima gara per la privatizzazione è andata deserta, poi si sono fatti vivi i francesi, grandi e abili organizzatori di rassegne fieristiche e presentano un’offerta. Noi ci facciamo avanti ma veniamo a sapere solo dai giornali che la proposta francese è la migliore. Nessuno si fa vivo da Padova finché noi non chiediamo per iscritto chiarimenti e si parte con un altro rilancio. In questa fase interviene in modo pesante e volgare Piergiacomo Ferrari della Fiera di Milano per spalleggiare i francesi». Perché volgare e pesante? «Pesante perché Milano viene a mettere le mani sul sistema fieristico veneto, quando dovrebbe rivolgere soprattutto all’estero la sua attenzione, volgare perché Ferrari è presidente dell’associazione fiere e dovrebbe rappresentare tutti, invece si siede al tavolo con i francesi. E a ogni nostra offerta, i francesi ribattono. Potevamo andare avanti all’infinito. Ma se non ci fossimo fatti vivi noi, Padova veniva svenduta ai francesi subito». La realtà adesso è che c’è un triangolo Milano-francesi-Padova che isola e schiaccia Verona. Sconfitti ancora una volta. «Non è Verona o Vicenza a rimetterci, ma da questa storia esce sconfitto il sistema delle piccole e medie imprese del Veneto che nelle fiere hanno la loro vetrina, la loro piazza, il mercato per presentarsi nel mondo. Ma dobbiamo pensare che nella Fiera di Padova nei prossimi anni verrà presentato l’Asiago e il Monte veronese o il Camembert? Il Valpolicella o i vini di Borgogna? La moda veneta o le maisons francesi?». Qualcuno li ha voluti, no? «Certo, è qui il problema: c’è stato un evidente e sgradevole favoritismo da parte dei privati nei confronti dei francesi. Se devo dire la verità, la politica in questa fase sta lavorando molto meglio e con maggior lungimiranza rispetto al privato, vedi il Passante, al Valdastico sud e altro ancora, mentre tra i privati assistiamo a speculazioni finanziaria di brevissimo periodo. È un altro episodio, dopo quelli noti e recenti, di un Veneto che pensa a fare i soldi ma non guarda al futuro. E questo in tanti comparti». E adesso la Regione dovrà finanziare le fiere venete e quindi anche i francesi: bel colpo no? «Non credo proprio che finanzieremo i francesi. Posso solo dire che da qui ripartiremo più forti di prima, perché Verona, Vicenza, la stessa Longarone e Venezia saranno ancora più appoggiate e aiutate per difendersi». Non è rassegnato? Non è persa? «Non sono affatto rassegnato, ma anzi ho una grande voglia di riscatto. Contro la corazzata milanese e francese noi ci muoveremo agili, rapidi e forti. Faremo come Cangrande che da Verona ha governato mezza Italia». Ma Veronafiere rischia di restare imprigionata nella tenaglia… «Ma proprio da Verona si riparte. Questa Fiera diventa ancora più centrale, importante, vitale. È la Fiera più grande di tutta l’Euroregione che andremo a costituire con Friuli, Tirolo, Carinzia, Croazia e Slovenia. Ma va aiutata non con finanziamenti e provvigioni ma con scelte urbanistiche corrette. Per esempio con una nuovo sistema di viabilità per gli accessi; con aree adeguate, con infrastrutture nel quartiere e parcheggi. Padova ha solo 20 mila metri quadrati, è chiusa, non ha sbocchi: che cosa può fare? Verona invece ha ampi spazi di crescita e qui andranno concentrate tutte el risorse per una grande fiera del Nordest, non italiano ma europeo». È un messaggio chiaro alla città? «Le scelte urbanistiche devono essere corrette se vogliamo dare forza a Veronafiere. E vorrei sapere che cosa ne pensa il sindaco Zanotto del comportamento del suo collega Zanonato, anche lui di centrosinistra, che è stato sponsor dei francesi. Ma sapremo reagire e ci difenderemo. Eccome». (m. batt.) E scoppia la grana dei divieti di circolazione. La rassegna fieristica «Luxury and Yachts» resterà aperta da sabato 5 fino a domenica 13 e inoltre dall’11 al 13 si aprirà anche la prestigiosa passerella Pescare-Fly Fishing e Spinning Show: nautica, lusso e pesca sono destinati a richiamare molti espositori e visitatori, ma tutti incapperanno nelle targhe alterne, soprattutto la domenica, quando la limitazione è più estesa. La Fiera sarà raggiungibile in auto soltanto dal casello di Verona sud e dall’uscita della complanare sud; chi vuole andare in Fiera dalla città durante le ore di targhe alterne deve usare gli autobus (che la domenica saranno gratuiti). «Un disagio notevole per la nostra clientela e gli espositori», si lamentano gli organizzatori, «perché per esempio a Modena l’amministrazione comunale ci è sempre venuta incontro togliendo il blocco del traffico domenicale».

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