
Verona, il mattone in cassa
Il patrimonio netto complessivo delle partecipazioni societarie del Comune di Verona ammonta attualmente a 458,6 milioni. In pratica 1.800 euro per ogni cittadino scaligero, divisi tra società di servizio pubblico locale e aziende dedicate allo sviluppo del territorio. Quindici, in tutto, le società controllate o collegate, per alcune delle quali sono previsti poderosi piani di investimento. Come nel caso dell’ente autonomo per le Fiere di Verona, dove il piano strategico 2004-2008 formulato con l’ausilio dell’advisor McKinsey prevede 80 milioni da spendere in nuove manifestazioni, ampliamento del quartiere fieristico e costruzione di nuovi parcheggi. La fiera di Verona è fortemente impegnata in uno sforzo di rinnovamento dell’area, ma è attiva anche all’estero. Nel 2003 l’ente ha acquistato, infatti, il 100% delle quote azionarie della “Warszawskie Centrum Targowe” nell’ottica di un possibile coinvolgimento futuro nel progetto di gestione della fiera internazionale di Varsavia.
Anche sul fronte delle multiutilities Verona si proietta su scenari di ampio respiro: dopo la sospensione del progetto di quotazione del 2002, il gruppo Agsm ha individuato tre obiettivi da perseguire: recupero di efficienza, riduzione dell’indebitamento e ricerca di nuove alleanze. A questo punto – fa sapere l’assessorato alle Aziende partecipate – l’obiettivo è ricercare delle partnership che facciano riferimento a un territorio come l’intero Nord-Est. E una realtà come Acegas-Aps, da questo punto di vista, appare fra gli interlocutori più interessanti.
Oltrechè da società il patrimonio municipale scaligero è costituito da immobili: 5mila appartamenti di edilizia residenziale pubblica in gestione all’Agec – l’Agenzia gestione edifici comunali – per un valore catastale complessivo al 31 dicembre 2003 pari a oltre 305,5 milioni. Più le strade, gli impianti sportivi e l’edilizia scolastica. “Noi non pensiamo affatto di dismettere il patrimonio comunale – spiega Giangaetano Poli, assessore al Patrimonio del Comune di Verona – ma, al contrario, di valorizzarlo e riconvertirlo. Stiamo comunque vendendo, sulla base di un vecchio programma, un centinaio di appartamenti allo scopo di usare gli introiti per la manutenzione ordinaria e straordinaria del resto del patrimonio”.
Il Comune ha anche concluso una convenzione con l’Università (della durata di 99 anni) relativamente a cinque edifici, sui quali l’ateneo investirà 60 milioni in ristrutturazioni e che serviranno a dotare gli studenti e i docenti di nuove sedi. Con i 10 milioni (su un totale di 20) che l’Università ha anticipato al Comune come corrispettivo del possesso degli immobili, l’amministrazione ha acquisito la caserma Santa Marta: 30mila metri quadrati di sedime e altrettanti di edificato, in parte trattenuta in uso per uffici comunali e in parte data alla Università. “Si tratta di un’operazione complessa, conclusa lo scorso anno – aggiunge Poli – Poi abbiamo messo in piedi assieme alla fondazione Cariverona un’intesa per la caserma Passalacqua, in pieno centro storico”. Per quest’ultima operazione il Comune ha sottoscritto un accordo con il ministero della Difesa con cui si è stabilito: a) il trasferimento dell’insediamento ubicato alla Caserma Passalacqua nell’area della Genovesa e la realizzazione sul sito delle nuove strutture edilizie già programmate per la Passalacqua; b) la corresponsione di 43 milioni da parte del Comune al Ministero per compensare il disvalore fra i due insediamenti e il valore delle aree. La Fondazione Cariverona, da parte sua, ha corrisposto 40 milioni al Comune di Verona per il conguaglio dello scambio delle aree Passalacqua e Genovesa, mentre il Comune ha trasferito in proprietà alla Fondazione il compendio degli ex Magazzini Generali. Il Comune, in sostanza, ha così pagato la Passalacqua con il prefinanziamento di Cariverona e la Santa Marta grazie all’operazione conclusa con l’Università.
Con l’istituto di credito sarà realizzata anche un’altra operazione: “Alla Cariverona – chiosa l’assessore – intendiamo trasferire l’area direzionale dell’ex mercato ortofrutticolo dismesso allo scopo di realizzare lì la city finanziaria. Anche il Banco Popolare e la Cattolica Assicurazione vi trasferiranno una serie di attività finanziarie complementari alle sedi di Milano delle due società”.