Rassegna stampa

Verona: «Borsa? Magari a Francoforte»

A Verona lo spostamento della Fiera fuori città sembra un argomento superato e l’urgenza è invece la trasformazione in spa e la progressiva privatizzazione della compagine azionaria. «Fra poche settimane la McKinsey ci consegnerà un progetto di piano industriale che sarà portato all’attenzione del nostro consiglio e agli interlocutori, in consiglio comunale e provinciale – spiega il presidente Luigi Castelletti – e credo sia nell’interesse di tutti non rallentare la competitività di una struttura che porta ricchezza alla città». Il fatturato di Veronafiere ha raggiunto i 53 milioni (erano 45 nel 2001). L’azionariato è molto « istituzionale» con il Comune primo azionista al 52,53%. L’accordo raggiunto con gli altri partner (Regione Veneto, Provincia, Camera di Commercio, Banco Popolare di Verona Novara e FondazioneCariVerona) prevede la Spa e l’apertura a imprenditori privati o altri soggetti impegnati a sostenere il polo veronese.
«Le decisioni spettano ai soci. C’è anche la strada della quotazione e, in caso si scegliesse quella, sarebbe utile valutare l’ipotesi di Francoforte visto il grande legame naturale del nostro territorio con la Germania e altri Paesi del Centro Europa».
Verona esprime, in alcune manifestazioni, grandi numeri. Vinitaly, ora insidiata da MiWine che debutterà in giugno a Milano, ha raggiunto i 135mila visitatori. «Ognuno fa le sue scelte ma sarebbe meglio cercare tutti business nuovi da esplorare». L’area espositiva, a metà strada fra il centro storico e il casello autostradale Verona Sud della A4, sarà probabilmente ampliata con altre aree limitrofe. Per dar spazio alle esigenze espositive e di accoglienza. «Quando si gestiscono grandi numeri bisogna mettere a disposizione di espositori e visitatori tutti i migliori servizi»

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