
Veneto Sviluppo punta alle Pmi
VENEZIA
Francesca Carbone
Più strumenti di agevolazione finanziaria a favore delle Pmi venete. È questo l’aspetto più importante del bilancio di Veneto Sviluppo, approvato dal Cda lo scorso 18 marzo.
In un periodo in cui le banche stringono i cordoni della borsa, i dati della finanziaria regionale risaltano: nel corso dell’esercizio 2008 sono stati gestiti fondi di rotazione per finanziamenti pari a 496.600.000 euro (+9% rispetto all’anno precedente), 2.346 le operazioni agevolate erogate (contro le 1.869 del 2007 e le 2.269 del 2006), per un importo di circa 370 milioni di euro (erano rispettivamente 270 e 288 milioni nel 2007 e nel 2006); di questi 370, 155 milioni sono fondi di rotazione regionali, mentre la mole di investimenti attivati si attesta a 515 milioni di euro (contro i 378 milioni del 2007 e i 403 milioni nel 2006). «Il bilancio del 2008 aggiunge un nuovo tassello all’evoluzione in positivo della finanziaria, cui ho lavorato assieme al mio team dal momento in cui mi sono insediata nel 2006, e nella quale la razionalizzazione dei fondi rotativi era uno degli obiettivi principali» commenta Irene Gemmo, presidente di Veneto Sviluppo, che per quanto riguarda la recente questione dei controlli sul credito erogato dalle banche, si dichiara favorevole a che ci siano, ma anche d’accordo con il ministro delle Riforme per il federalismo Umberto Bossi sul fatto che essi non debbano necessariamente spettare ai prefetti, non tutti ferrati in economia. Ha ragione – a suo parere – il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, sulla necessità di coinvolgere il mondo imprenditoriale attorno ai tavoli che decideranno dei controlli sul credito, «un soggetto, l’imprenditoria, – aggiunge – che è l’anello di raccordo fondamentale fra istituti nazionali, come ad esempio la Banca d’Italia, e il territorio».
Guardando ancora al bilancio 2008 migliora in maniera significativa anche la gestione operativa della finanziaria: dai 975.646 euro del 2007 ai 4.536.909 euro del 2008, un aumento determinato sia dall’incremento del 152% del margine di intermediazione, che da quello dell’efficienza amministrativa (a fronte di un aumento di organico del 20%, le spese per il personale sono infatti rimaste stabili, mentre le spese amministrative si sono ridotte del 35%). L’aumento del capitale sociale è un altro dei must che Irene Gemmo si era preposta all’inizio del suo mandato nel 2006 e che è stato chiuso, dopo un lungo iter, sempre nel luglio 2008, passando da 23.942.400 a 112.407.840 euro. Il presidente di Veneto Sviluppo guarda con fiducia anche all’anno appena iniziato, che vedrà – dice – l’attivazione di nuovi strumenti da parte della Finanziaria per assistere lo sviluppo del territorio e il concretizzarsi di progettualità avviate da anni: «Contiamo di dare il via fra un mese al fondo di patrimonio separato, primo step verso l’apertura, sempre nel corso del 2009, di un fondo di private equity a favore delle Pmi venete».
Per quanto riguarda i progetti all’insegna delle aggregazioni poi, se il fronte delle multiutility ha subìto una battuta d’arresto in conseguenza della riorganizzazione delle società interessate e dell’estrema instabilità delle borse mondiali, i programmi di Veneto Sviluppo per il settore Fiere e il sistema dei Confidi procedono senza esitazione: «Entro la fine del 2009 contiamo di realizzare una società per l’internazionalizzazione delle fiere venete, anche grazie agli enormi progressi raggiunti nel dialogo fra Vicenza e Verona. Non immaginiamo un’unica fiera del Veneto – ci tiene a precisare Irene Gemmo – ma un cappello comune che riunisca i singoli poli fieristici, permettendo loro di esercitare un “impatto congiunto” oltre i confini nazionali: alla fiera di Venezia il compito di fare da vetrina, rappresentando la regione. Entro l’estate poi è in programma una società fatta dai Confidi, per garantire le aziende».
Per lo sviluppo imprenditoriale però rimane, secondo il Presidente della Finanziaria regionale, un altro ostacolo da rimuovere: «Condivido con la presidente Marcegaglia l’idea che il governo dovrebbe considerare di eliminare l’Irap, un grosso freno che certo non aiuta l’imprenditore ad assumere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE CIFRE
9%
In aumento. È la crescita in percentuale dei fondi di rotazione per finanziamenti gestiti dalla finanziaria nel 2008 rispetto al 2007.
35%
In calo. Nel 2008 sono scese di questa percentuale le spese amministrative dell’ente.