Rassegna stampa

“Unità tra le diverse fiere emiliano-romagnole”

RIMINI – “Non ha senso, nella nostra Regione, avere dieci fiere. Vanno avviati progetti di integrazione e collaborazione. Se non lo facciamo soccomberemo ad altri poli fieristici”. Lo ha detto ieri mattina a Bologna Roberto Battaglia, responsabile Dip.Politiche Territoriali Cgil Emilia-Romagna. Lo ha fatto in occasione del convegno Cgil Emilia-Romagna, Cgil Filcams Emilia-Romagna e Ires dove è stata presentata un’indagine sul sistema fieristico regionale. Ma secondo l’assessore regionale alle Attività Produttive, Duccio Campagnoli “in Emilia-Romagna non c’è frammentazione, dato che l’attività fieristica ruota attorno ai tre grandi poli di Bologna, Rimini e Parma”. Per l’assessore, integrazione non significa unificare le varie società (“non intenderei la questione in questo modo”); il sistema fieristico quindi “potrà essere composto da una o due o tre società, a secondo delle convenienze che si determineranno”. Anche l’amministratore delegato della Fiera di Bologna, Michele Porcelli, si è dichiarato scettico sull’ idea di aggregazioni societarie. Più possibilista il presidente della Fiera di Rimini, Lorenzo Cagnoni, secondo cui “si può tenere aperta la riflessione per vedere se c’è la possibilità di un progetto industriale che preveda alleanze tra le Fiere della regione che hanno la forza per collaborare. Credo che questo sia alla nostra portata”. La ricerca ha evidenziato che il settore fieristico regionale è cresciuto dal 1991 al 2001, mentre negli anni 2000 c’è stato un rallentamento, con l’eccezione di Rimini che invece ha avuto una “performance notevole”. Il rallentamento – spiega l’indagine – non è dovuto solo alla sfavorevole congiuntura internazionale. “Se si esclude la realtà riminese – si legge – il sistema fieristico regionale registra una battuta d’arresto prima della frenata a livello europeo, in particolare della Germania, e prima dell’entrata in funzione della nuova Fiera di Milano. Si può quindi affermare, sempre escludendo Rimini, che il sistema fieristico regionale non ha saputo trarre i dovuti vantaggi dalla precedente debolezza di Milano, negli anni in cui questo poteva essere possibile, adeguando le strutture alle sfide che si stavano profilando”. Infine – ha detto Cagnoni – “l’eccesso di protagonismo della Fiera di Milano, che immagina di realizzare iniziative concorrenti, spacca il mercato e produce effetti negativi per la competitivita”.

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