Rassegna stampa

Una legge per il polo fieristico del Nord Est

Il futuro della fiera di Padova potrebbe diventare il banco di prova di quanto il Veneto sia un grado di far lavorare insieme chi produce e chi comanda. Avevamo parlato due giorni fa di una terza fase. Dopo il bando per la privatizzazione del 60 per cento delle azioni andato deserto ma con l’offerta di un gruppo francese di rilevare la sola gestione dell’ente e l’intervento della Regione propensa a difendere la fiera da colonizzazioni esterne, oggi siamo ad una svolta. Sul tavolo ci sono due proposte. La prima resa nota l’altro giorno è di un imprenditore vicentino, Gianni Zonin, presidente della Banca popolare di Vicenza che si dice disposto a partecipare all’ipotesi di una holding regionale, Fiere spa, che veda inserite in un primo tempo Vicenza e Verona «e poi Padova, se ci sta». A Finanziarla, oltre la sua banca, anche la Popolare di Verona e l’Antonveneta. Oggi però c’è una seconda proposta, stavolta del mondo politico.. Il consigliere regionale Iles Braghetto, dell’Udc, chiede di riunire tutte le fiere venete in un unico polo, però con la partecipazione diretta della Regione e di investitori pubblici e privati comprese eventuali società estere ma come soci di minoranza. La proposta di legge che sarà inoltrata oggi all’ufficio di presidenza «chiede di convocare i vertici delle fiere e degli enti locali per costituire una nuova società per la gestione delle attività fieristiche di Padova e per la loro privatizzazione – dice Braghetto – ma che soprattutto per diventare «il nucleo attorno a cui coagulare in un disegno strategico il Polo fieristico del nord est». Che significa? Che alla nuova società verrà progressivamente promosso il conferimento delle attività gestionali anche di Verona e di Vicenza e possibilmente anche delle altre realtà fieristiche venete e più in generale trivenete». Avanti con la gestione scorporata dunque, ovvero la proprietà degli immobili rimarrebbe agli enti. Ma di che cosa ha bisogno questa società per funzionare?«Si doterà di un piano industriale» e qui state attenti alle parole «che contemperi le diverse manifestazioni esistenti e la loro riallocazione, lo sviluppo di nuove manifestazioni e la loro integrazione con gli altri poli della ricerca, dell’innovazione, della logistica e delle congressistica. Lo stesso polo deve perseguire la partecipazione di soggetti privati finanziari ed industriali in un’equilibrata partnership fra pubblico e privato». Chi garantirà che le fiere non si predano a morsi dicendo: ‘sta fiera è mia e guai a chi me la porta via? La Regione, attraverso Veneto Sviluppo che sarà inserito nella società (con una quota iniziale di 1.6milioni di euro) e usato come cassaforte dove c’è bisogno di mettere soldi e da collante per il piano industriale comune.«Attenzione – nota Braghetto – la mia è una proposta diversa da quella del sindaco Zanonato che chiede alla Regione di intervenire per sanare i debiti della fiera. Non è questa la sua vocazione, ovvero pagare i debiti fatti da altri ma fare una proposta di un polo veneto del Nordest in grado di competere con quello romagnolo e di saldare un’alleanza con quello del Friuli». E la proposta Zonin? «Può fare le proposte che vuole ma credo che se la fa la Regione ci siano più garanzie di bilanciamento tra le fiere senza generare equivoci».

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