
Una Fiera trasparente
di Laura Torretta
È nata come una piccola fiera provinciale ma in poco più di trent’anni ha bruciato le tappe: quando, nel 1975, «Pictura fine arts» aprì i battenti nella cittadina olandese di Maastricht, la manifestazione passò quasi inosservata. Ora Tefaf Maastricht, saldamente affermata come fondamentale evento del mercato dell’arte, ogni anno riesce ad attirare collezionisti e studiosi di tutto il mondo.
All’inizio gli espositori erano 28, tutti specializzati in dipinti antichi e sculture medievali; ora il numero viene di proposito limitato a 220, mentre quello dei visitatori, da poco più di 10mila presenze è lievitato alle 84mila del 2006. Un tempo a ospitare la fiera era la Eurohal, un capannone sulle rive della Mosa con le pareti di vetro e il tetto di lamiera:quando pioveva, c’era un rumore indescrivibile, come ricorda Johnny van Haeften, mercante di dipinti olandesi e fiamminghi, considerato la memoria storica della manifestazione
Origini più che umili, dunque, ma che non vengono rinnegate. E si ricorda come la manifestazione nel 1985 si alleò con un’altra Fiera, l’«Antiquairs International», per rafforzarsi e dare vita a un nuovo, più incisivo evento che dal 1988 trova spazio al Mecc, nuovissimo centro espositivo della città e ben presto prese il volo. Se quell’anno i partecipanti furono 98 e i visitatori 17mila, già nel 1993 gli stand erano quasi raddoppiati e altrettanto avvenne per le presenze.
Nel frattempo, il nome di Maastricht cominciava a diventare familiare dal momento che, in considerazione della sua felice posizione – cuore dell’Europa – nel 1992 la città fu scelta quale sede per ospitare i Capi di Governo e i ministri dell’Economia dei Paesi dell’Unione europea, chiamati a firmare un importante Trattato europeo.
Aumentò così la popolarità della fiera il cui ente fondatore, The European Fine Arts Foundation, sembra non avere limiti nell’escogitare sempre nuovi motivi d’interesse, intrecciare legami con musei stranieri e allestire sontuose esposizioni, come quella, del 1994, dedicata a una selezione di tesori dall’Hermitage di San Pietroburgo.
Soprattutto, la rassegna si fa conoscere come quella in cui si può comperare con fiducia, perché tutti gli esemplari, da quello da 1 dollaro al capolavoro plurimilionario vengono esaminati da un incorruttibile vetting committee , che boccia senza pietà un pezzo se esistono perplessità su autenticità e provenienza. Si innesca una sorta di circolo virtuoso, nel quale le iniziative si moltiplicano, così come l’entità delle vendite. L’autentica novità è che i partecipanti alla fiera, al contrario di quanto accade in analoghe manifestazioni, non nascondono i prezzi .
Ad esempio, a conclusione dell’edizione 1996 viene comunicato che il Ritratto di giovane uomo di Rembrandt è passato di mano per 4,8 milioni di dollari: questa "trasparenza", così rara, non fa che accrescere l’appeal di Tefaf. Ormai si viaggia al ritmo di 80mila presenza per anno e nel 2006 si è festeggiato il milionesimo visitatore
E in occasione dell’edizione 2007, la ventesima allestita al Mecc e programmata dal 9 al 18 marzo, 219 mercanti d’arte antica e moderna esporranno dipinti, disegni, stampe, sculture, antichità classiche, manoscritti miniati, manufatti tessili, porcellane, vetri, argenti: migliaia di oggetti per un valore complessivo stimato in 1 miliardo di dollari. Sull’onda del successo riscosso a livello mondiale, è stato deciso di dare più spazio all’arte orientale con la proposta di dipinti e porcellane cinesi da esportazione, di mobili Ming, straordinariamente moderni a dispetto della loro plurisecolare età e di statue indiane e del Sud Est asiatico, quali una scultura in granito e raffigurante Ganesha, la divinità-elefante, riconducibile alla dinastia Chola (XI secolo), una testa di Budda, in bronzo, realizzata in Thailandia nel XIV secolo e la scultura lignea giapponese, con le sembianze dell’entità soprannaturale Jizo Bosatzu, del periodo Muromachi (1333-1673).