Rassegna stampa

«Una fiera più grande? Bologna punta sulla qualità»

di Marco Montaguti [\FIRMA]BOLOGNA – Bologna dice no al gigantismo e propone un nuovo modo di fare fiere. Nei giorni scorsi, durante un incontro con gli organizzatori, gli albergatori e le autorità locali, il presidente, Luca di Montezemolo e l’ad, Michele Porcelli, hanno delineato il percorso programmatico di BolognaFiere. In sintesi una trasformazione da ente a spa e, da oggi, a squadra che conosce e condivide ogni passo del percorso di crescita e di sviluppo. All’ad Porcelli chiediamo di indicarci gli elementi portanti dello sviluppo. «Il nostro polo fieristico vuole crescere nella tradizione della qualità e dell’eccellenza anche con servizi innovativi. Parlo di polo perché integreremo sempre più le fiere di Modena e Ferrara». Come affrontate il tema delle dimensioni? «Cresciamo per corrispondere alle effettive esigenze della domanda. Non siamo innamorati di una fiera grande, ma vogliamo una grande fiera che punti alla soddisfazione dei clienti e alla condivisione degli obiettivi». Qual è il programma? «Entro i prossimi due anni avremo 20mila metri quadrati lordi con investimenti per ampliamenti e ammodernamenti di 70 milioni. Ricordo che nel 2004-5 avevamo già investito 100 milioni». E per quanto riguarda le manifestazioni? «Puntiamo sulla specializzazione produttiva con manifestazioni riconoscibili, di identità precisa e che siano al tempo stesso testimoni di specializzazioni produttive del nostro territorio o del Paese». Ad esempio? «Siamo orgogliosi di essere il centro di riferimento per le costruzioni con Saie, Saiedue, Cersaie ed Europolis. Qui siamo ai livelli più alti di specializzazione e di eccellenza e non siamo noi a valutarle in questo modo ma sono gli organizzatori, le associazioni di categoria, gli espositori e i visitatori. E c’è un altro elemento che ci caratterizza». Quale? L’internazionalizzazione. Il 29 per cento degli espositori nelle nsotre rassegne è straniero. In questo siamo i primi e il secondo viene dopo molte lunghezze. Ma internazionalizzazione vuol dire anche presenza di BolognaFiere su mercati esteri. Siamo in Nord e Sud America,Egitto, Russia e cina. Delle nostre 75 fiere annuali, ben 25 sono internazionali e 4 sono le numero uno al mondo». Una delle vostre caratteristiche è la gestione diretta delle fiere, con marchi di vostra proprietà… «E continuiamo su questa strada. Abbiamo acquistato Zoomark dedicata agli animali domestici, controlliamo Ambiente & Lavoro insieme a Modena, avremo la mostra convegno Move dedicata all’Home entertainment. Poi altre due nuove, Sofresh per gli alimentari freschissimi e Intershop per le tecnologie frigo e allestimenti commerciali. Queste due ultime si collegano a Marca, fiera delle marche commerciali che sta avendo lusinghieri successi». E il problema, ormai annoso, delle infrastrutture e dei collegamenti? «Anche qui ci impegnamo al massimo, ricordando che a differenza di altri abbiamo avuto briciole di finanziamenti pubblici. Con Autostrade per l’Italia prevediamo la costruzione di un parcheggio polifunzionale da 7500 posti coperti, avremo già l’anno prossimo il casello autostradale diretto e anche per la mobilità urbana le informazioni che ci ha fornito il sindaco sono tranquillizzanti». In particolare di cosa si tratta? «Cofferati ha ricordato il completamento del passante di pianura, l’alta velocità, la nuova stazione fs, il people mover tra stazione e aeroporto Marconi e la prima tranche della metropolitana finanziata dal Cipe. Abbiamo quindi prospettive concrete per una rapida soluzione dei probemi delle infrastrutture».

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