Rassegna stampa

Una fiera pilastro di un mercato strategico

Con oltre 1.200 aziende, conosciute a livello internazionale, presenti a Fiera Milano su uno spazio espositivo di circa 80mila metri quadrati, Smau 2003 si riconferma la seconda manifestazione al mondo dell’Information & communication technology.
Ripetere le performance dell’anno passato, in un quadro di generale stagnazione economica, oltre a essere per noi motivo di soddisfazione, è anche la dimostrazione pratica di quanto sia ampio il fronte del l’innovazione.
Il fronte di chi continua a credere che solo investendo sulle persone, sulle competenze, sulle infrastrutture, sui processi produttivi della società della comunicazione, si può innescare quel processo virtuoso che porta alla crescita economica. Di chi è pronto anche a mettersi in discussione e a rivedere piani e strategie di sviluppo, ma non a rinunciare a investire per prepararsi a cavalcare il ritorno dell’onda positiva che non può tardare all’infinito.
Smau 2003, non a caso, è all’insegna della competizione e del confronto cambiando consuetudini ormai obsolete. Niente più promiscuità tra business e consumer: ognuno ha i suoi spazi, le sue opportunità, ma in luoghi diversi e separati, così da favorire gli interessi di entrambi.
La manifestazione diventa un’occasione per reagire. Per mandare un segnale positivo e di fiducia a coloro che stanno alla finestra in attesa che qualcosa accada.
Ma, l’Europa non può limitarsi ad aspettare la crescita, deve andarsela a cercare. Non può attendere inerte e fiduciosa che si realizzino le previsioni, più o meno ottimistiche, dei centri di analisi internazionale. Deve mettere in campo politiche di sviluppo e investimenti, capaci di stimolare i primi deboli segnali che cominciano a manifestarsi, trasformandoli in tendenze strutturali. Il ruolo dell’Italia, presidente di turno del l’Unione europea, è di grande responsabilità. Può convogliare le linee di indirizzo della politica di sviluppo Ue verso l’innovazione. Un’innovazione possibile, legata ai processi produttivi e alla modernizzazione delle infrastrutture e dei sistemi Paese. Il Governo Berlusconi sembra seguire questa strada; verificheremo nel concreto se questo avverrà anche con la legge Finanziaria.
L’innovazione resta la spinta propulsiva più efficace per rendere strutturali i primi segnali di cambiamento che arrivano da alcuni mercati: per questo, siamo chiamati a mettere in campo energie e progetti “possibili”. A Smau 2002 annunciammo l’intenzione di promuovere una sorta di «lobby dell’innovazione» per far giungere la voce della comunità digitale e delle imprese del settore dove si decide la politica di sviluppo del Paese.
L’idea si è concretizzata nel «Manifesto per l’innovazione», sottoposto ai protagonisti del mercato Ict, consumatori, media, mondo accademico e istituzioni, per sviluppare una strategia che consenta al sistema Italia di recuperare il ritardo tecnologico e competitivo rispetto agli altri Paesi.
Attorno al Manifesto si è consolidato un numero importante di interlocutori, diversi tra loro e lontani dallo stretto mondo dell’It. E resta l’unico documento sottoscritto dalle più importanti forze economiche e sociali italiane. Il passo successivo sarà il tentativo di incidere sulle scelte del Governo a cominciare dalla prossima legge Finanziaria. A questo proposito, ci sarà un convegno di chiusura di Smau 2003, il «Forum programmatico per la legge finanziaria dell’innovazione» (6 ottobre): un incontro che riunirà per la prima volta operatori del mercato Ict, associazioni, istituzioni e parti sociali per lanciare una campagna a sostegno dell’innovazione nel Paese.
* Presidente Smau

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