Rassegna stampa

Una Expo per far nascere Nordest City. Sarebbe necessaria, ma nessuno sembra crederci più.

Servono soggetti in grado di governare i processi infrastrutturali fondamentali, a partire da una società autostradale del Nordest capace di operare nell’interesse dell’area per uno sviluppo lungo il corridoio 5 e sull’asse del Brennero. E lo stesso vale sul fronte delle comunicazioni ferroviarie. Ma la vera sfida che può permettere al Nordest di recuperare centralità sulla scena mondiale si gioca sul fronte dei sistemi portuali. Vanno trovate soluzioni e messi in moto soggetti in grado di sviluppare l’efficienza e le sinergie di sistema necessarie a creare quella rete di comunicazione fra l’intero bacino dell’alto Adriatico e la Nuova Europa.

Servono politiche che permettano una mobilità interna all’ area, rapida e compatibile con il territorio, sia attraverso lo sviluppo di una metropolitana di superficie, sia attraverso un sistema tramviario interno alle città. In questo senso vanno colmati i ritardi accumulati nei piani regionali dei trasporti, costruite alleanze e sistemi sovraregionali in grado di mettere in rete le strutture aeroportuali e ferroviarie al servizio del territorio nel suo complesso.

Va pensato un modello di sviluppo infrastrutturale capace di rispettare il territorio, sia evitando di distruggerlo con modelli produttivi antiquati lungo i nuovi assi di comunicazione (vedi valdastico sud), sia praticando politiche innovative che utilizzino la leva fiscale per rendere i livelli di traffico compatibili sia con l’efficienza dei sistemi di comunicazione che con la salute pubblica.

Nordest city è ancora in drammatico ritardo su tutti questi fronti. L’alta velocità si ferma a Verona, le nostre città sono ormai perennemente chiuse al traffico provocando malumori e danni economici ingenti senza nemmeno riuscire a risolvere il problema. Dilettantismi ed incapacità portano gli amministratori locali a ipotizzare funambolici tunnell sotterranei come accade a Vicenza ed, al contempo, a mettere in cantiere opere tramviarie che vengono poi smantellate, come accade a Trieste.. Nel nostro sistema aeroportuale, anzichè fare squadra, Verona guarda a Bergamo e Venezia al Friuli; una struttura fieristica importante come VeronaFiere rimane senza un collegamento aeroportuale di livello internazionale che sia collegato alla città in meno di 50 minuti e deve accontentarsi del suo piccolo scalo di provincia. E tutto questo accade mentre il Nordest fatica a fare squadra anche per mettere assieme due società autostradali su un percorso globale di 150 km.

Ma, nonostante tutto questo, la metropoli è già nei fatti. Il problema centrale è fare in modo che si crei una gerarchia in grado di governare questi processi. L’occasione che potrebbe permettere (nell’ eccezionalità dello sforzo) di dare contemporaneamente soluzione ai problemi infrastrutturali ed alla costruzione di una nuova gerarchia istituzionale, potrebbe esssere una Expo (o comunque una grande manifestazione internazionale) del Nordest, che veda unite Verona, Venezia, Trieste (e tutti gli altri) nell’ obiettivo di un rilancio di quest’area nella sua proiezione di ponte con la nuova Europa. Una grande manifestazione internazionale che faccia da detonatore, quindi, anche a nuovi processi istituzionali per dare forme di governo adeguate alle mutate esigenze. Se il Triveneto è diventato Nordest, avrebbe allora in questo senso pensare ad un livelo istituzionale capace di governare questo territorio. Una grande Regione Nordest al posto delle attuali Veneto, Friuli Venezia Giulia e Provincia autonoma di Trento.

Una proposta di questo genere potrà s ollevare, come è giusto che sia, mille legittime obiezioni ed il sarcasmo di chi correttamente nota la cronica incapacità dei nordestini ad accordarsi su faccende ben più piccole. Il passato di questa idea, come ci raccontano i testimoni, è stato assolutamente desolante. Ma il problema di fondo rimane.E tutte le ricerche, le indagini e le valutazioni degli osservatori più attenti, ci dicono che l’area va governata nella sua dimenzione metropolitana. E, di certo, i localismi si possono superare, a nostro parere, solo con grandi progetti e con grandi visioni. Magari, perché no, chiamando i nordestini ad esprimersi direttamente, per sapere se preferiscono continuare a vivere nella terra dei mille campanili o, finalmente, in una grande ed importante Regione del Nordest capace di risolvere i suoi problemi e di pesare in Italia, in Europa.Chissà che, laddove non ci arrivano le classi dirigenti…

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