
Un volano per il turismo d’affari
“Fare presto in condizioni difficili. Era questa la sfida che la Regione Lombardia aveva davanti a sé fin dal luglio del 1999, quando furono nominati i tre commissari per l’Ente Fiera Milano. Poi, nell’ottobre del 2000, l’operazione “nuovo polo fieristico” entrava nel vivo. Da allora è stata un’escalation, fino al successo di oggi”.
Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, va giustamente fiero per la realizzazione di un’opera di cui è stato tra i più accesi sostenitori.
Il completamento del nuovo polo fieristico di Milano nel pieno rispetto dei tempi conferma la bontà del metodo di governo scelto per la sua realizzazione:
qual è stato, al riguardo, il ruolo svolto dalla Regione?
La Regione ha svolto un ruolo insostituibile di raccordo e di mediazione tra le varie esigenze, ma anche di stimolo a procedere senza rinvii. La costruzione del consenso, tra una ventina di soggetti coinvolti nel progetto e con visioni non sempre coincidenti, è stato un elemento determinante per il buon esito dell’operazione. L’approccio della Regione, centrato sul metodo del partenariato, alla fine ha permesso di arrivare a una decisione condivisa da tutti, esito che rappresenta un punto di partenza ineludibile quando si vogliono realizzare le grandi opere. Con una battuta direi che ha vinto la sinergia tra pubblico e privato.
Quale sarà l’impatto della nuova fiera sull’economia lombarda?
La nuova fiera rappresenta un grande centro di sviluppo economico e commerciale per la Lombardia e l’Italia intera e anche per chi, dal mondo, verrà a promuovere il proprio business nel nostro Paese. Per cui mi aspetto una crescita del volume d’affari in Lombardia, ma anche il consolidamento della leadership di Fiera Milano sul mercato fieristico internazionale. In sintesi: la nuova fiera porterà a un innalzamento della competitività lombarda.
Ne uscirà rafforzato anche il settore del turismo d’affari?
Fiera Milano è senza dubbio un alleato decisivo per promuovere l’immagine internazionale di Milano, della Lombardia e dell’Italia e incide fortemente sul buon andamento del settore turistico. La Fiera, con le sue manifestazioni, è in grado di convogliare nutrite schiere di turisti d’affari, testimonial importanti dell’operosità lombarda, dell’attrattiva del sistema Lombardia nel mondo. Pertanto la Fiera offre l’occasione di conoscere i nostri musei, le nostre montagne e i nostri laghi. Attivando queste dinamiche, la Fiera genera importanti ricadute economiche, sociali e culturali a beneficio di tutta la regione.
Veniamo al concetto di bellezza: lei ripete spesso che un’azione volta a costruire il bene pubblico non può non contemplare la dimensione della bellezza. Perché?
La bellezza deve costituire il marchio d’identità che attraversa tutte le realizzazioni e rimette la Lombardia al centro dell’architettura contemporanea. Ricordo, solo di passaggio, che tra i grandi progetti in corso in Lombardia non c’è solo il polo esterno della Fiera ma anche la nuova sede della Regione, il restauro della Villa Reale di Monza, la riqualificazione del polo urbano della Fiera di Milano, il restauro del grattacielo Pirelli.
E a lei piace il progetto della nuova fiera di Rho-Pero?
A me personalmente piace molto e credo che piacerà a tanti. Tra l’altro l’arrivo della fiera ha permesso di bonificare un’area desolata, che ha ospitato per decenni una raffineria petrolifera, e trasformarla in un grande polo di attrazione e di sviluppo. Ora mi aspetto che i manager della Fiera sappiano far rendere al massimo la nuova struttura: ci sono tante manifestazioni interessate alla piazza milanese. Le potenzialità di business ci sono e chi governa la Fiera ha il dovere di farla crescere.
A che punto sono i collegamenti con la nuova fiera?
Siamo a buon punto. In coincidenza con il taglio del nastro inaugurale saranno operativi sia la fermata della metropolitana milanese (linea rossa), sia i principali accessi autostradali. Ciò consentirà l’avvio dell’attività fieristica, che aumenterà gradatamente e andrà, man mano, a regime.
Qual è, a suo giudizio, la lezione “politica” che si ricava da questa vicenda?
Il progetto del polo fieristico di Rho-Pero è un esempio concreto di quali siano i risultati che può produrre il federalismo che vogliamo costruire. Non è certamente un caso che questa opera ha potuto avere un’accelerazione formidabile dopo il trasferimento delle funzioni di indirizzo e vigilanza sulle fiere dal livello centrale a quello regionale. In pochi mesi la Regione Lombardia ha saputo rinnovare gli organi di governo della Fiera, inserendo persone capaci e di qualità che sono state in grado di rilanciare l’attività fieristica, di riportare i conti in positivo e di attuare un progetto come questo.