Rassegna stampa

Un regista occulto dietro gli stand

Chi guida oggi le fiere venete? Chi sono i manager che pensano e realizzano il successo di eventi di grande risonanza e capaci di un impatto economico molto rilevante?
Oggi al vertice delle strutture in regione ci sono manager che incarnano il lavoro della fiera e che stanno gestendo la transizione verso la privatizzazione.
C’è chi ha pensato e accompagnato fin dai primi vagiti un soggetto fieristico. Come Fulvio Landillo, quarantatreenne amministratore delegato di Veneziafiere, che dopo una lunga esperienza come organizzatore di eventi attraverso la “sua” cooperativa Codess Cultura, nel 1996 porta dalla Fiera di Parigi alla corderie dell’Arsenale la quinta edizione del salone dei beni culturali.
L’anno successivo nasce Venezafiere Srl. «Da allora abbiamo cercato di valorizzare le vocazioni della città – sottolinea – che portano inevitabilmente alla nicchia. Abbiamo lanciato Navalis, salone nautico specializzato nell’imbarcazione in legno, fino al varo di Bbcc, il salone dei beni culturali che oggi è la punta di diamante fieristica in Italia nel settore. E in questo contesto Venezia è uno straordinario biglietto da visita».

Veneziafiere vive soprattutto di relazioni. «La nostra struttura è vocata a manifestazioni leggere – spiega Landillo – Così, in contemporanea con Sep\Pollution a Padova, a Venezia Federambiente organizza Bica, il salone della comunicazione ambientale. Come dire: a Padova l’hardware delle ecotecnologie, a Venezia il software». Un meccanismo analogo emerge nel rapporto con Vicenza: mentre nel capoluogo berico va in scena l’hard della produzione multimediale con Satexpo, in laguna il Palazzo del Cinema ospita il soft del Festival della Televisione. Un percorso favorito dalla presenza di un nuovo presidente “forte”, l’imprenditore Lorenzo Marinese, che dopo l’insediamento contestuale alla trasformazione in Spa (a maggio 2003), ora sta guidando l’ente verso l’ingresso dei privati.
Classe 1951, con un’esperienza consolidata nel mondo dell’associazionismo imprenditoriale (è stato per 25 anni direttore della Coldiretti bellunese), Paolo Garna è direttore generale di Longarone Fiere dal 1999 e la sua linea strategica è stata fin da subito orientata al sostegno verso le piccole e medie imprese. Negli ultimi anni si è trovato poi a riorientare l’offerta della fiera bellunese: dai settori ristorazione-alberghiero e dell’occhialeria all’agricoltura di montagna, passando per caccia e pesca e protezione civile. Ma il punto di forza per Longarone è il grande successo del salone del gelato. «Nel raggio di 50-70 chilometri la nostra zone conta 5-6mila famiglie di gelatieri che svolgono la propria attività soprattutto all’estero – rileva Garna – Questo significa un’utenza importante, che spinge tutte le aziende leader del settore ad essere presenti alla fiera. Lo spazio è limitato, perciò oggi ospitiamo circa 200 espositori, ma ne abbiamo un centinaio in lista d’attesa.
Ma c’è anche chi è stato chiamato a gestire una situazione consolidata e ha impresso una spinta significativa all’evoluzione. Come Andrea Olivi, direttore generale di PadovaFiere, che dopo le esperienze maturate al vertice di Cremona e all’interno di Veronafiere, sta guidando Padova verso una sospirata privatizzazione.
Negli ultimi quattro anni Padovafiere è stata impegnata nel potenziamento delle strutture, estendendo il quartiere fieristico da 100mila a 140mila metri quadri; una crescita pensata «per adattarsi alle nuove esigenze del settore fieristico – spiega Olivi – riconoscendo la necessità di coniugare manifestazioni di rilievo internazionale ad eventi di rilevanza locale fondamentali per la promozione della piccola impresa».
Anche il fatturato di PadovaFiere è cresciuto, superando nel 2002 i 18 milioni.

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