
Tra Milano e Hannover maxi-intesa per la Cina
Marco Alfieri
HANNOVER. Dal nostro inviato
Strong partners for the future, come recita il pannello che fa da sfondo alla conferenza stampa nella bella sala a vetri della Fiera di Hannover. Fiera Milano e Deutsche Messe Ag di Hannover hanno sottoscritto ieri mattina, dopo un complesso negoziato lungo due anni, un accordo di joint venture per sviluppare le attività di organizzazione fieristica in Cina e, a seguire, in India, Brasile e Russia. Nel dettaglio Fiera Milano acquisisce da Deutsche Messe una quota pari al 49% di Hm Global Germany per 8,8 milioni di euro a pronti e 2,6 milioni differiti in cinque anni, in funzione dei risultati del business plan 2007-2011 (parametrati su ricavi per 15 milioni di euro e utili ante imposta di 3,3). Scostamenti da questo livello garantito comporteranno riduzioni proporzionali dei pagamenti. Deutsche Messe, a sua volta, trasferisce a Hm Global le proprie attività in Cina, dove operano già oggi le controllate Hannover Fairs Shangai e Hannover Fairs China. Anche l’ufficio di Fiera Milano a Shangai confluisce nella newco.
Si tratta per entrambi gli enti fieristici di un accordo importante. Sia l’Ad milanese, Claudio Artusi, che il presidente del Board of management della fiera di Hannover, Sepp Heckmann, lo hanno sottolineato. È la prima alleanza strategica tra due leader fieristici europei. Tra la prima, Hannover (500mila metri quadri di superficie espositiva coperta, 283 milioni di ricavi e 700 dipendenti), e la seconda del continente, cioè Milano.
«Si tratta di un’alleanza stabile, strategica e originale per operare in un grande mercato. Muoversi separatamente su mercati emergenti avrebbe comportato un costo troppo elevato e troppo tempo», ha spiegato soddisfatto Artusi. «È un accordo di cooperazione che dà una nuova dimensione al comparto fieristico, senza escludere scambio di know how, competenze e risorse umane», ha replicato Heckmann. «Una vera e propria cooperazione dell’agire che punta ad aprire nuovi mercati».
Milano parla di alleanza tra pari per potenza, dimensioni, business e brand. È vero solo in parte nel senso che a comandare alla fine sarà Hannover, una città che, guardacaso nel 2000 ha ospitato l’Expo universale e che oggi si dice pronta ad offrire il suo appoggio agli amici milanesi. Anche se Fiera Milano esprimerà un consigliere nel Cda a tre della holding e uno dei due direttori generali al vertice delle varie società operative. Mentre si è pattuito che le decisioni strategiche verranno prese all’unanimità.
Attraverso Hm Global Fiera Milano diventa partner nell’organizzazione di ben 13 mostre professionali in Cina ed acquista una base operativa decisiva per esportare le proprie manifestazioni ed incrementare i flussi di operatori asiatici sulla città e in Lombardia. Hannover già da dieci anni opera su Shanghai. L’accordo è insomma potenzialmente strategico specie dopo un periodo delicato per il gruppo milanese: i problemi di bilancio, il possibile ritorno al dividendo nel 2008, e le polemiche intorno al futuro del Portello.
È lo stesso Artusi ad ammetterlo tra le righe: «L’accordo rappresenta un momento di discontinuità e peculiarità. Eravamo ad un bivio: o chiuderci nel nostro bel castello, che sarebbe diventato ben presto una prigione dorata, oppure navigare in mare aperto. Abbiamo scelto la seconda opzione. Puntando all´internazionaliz
zazione e provando ad organizzare meglio la domanda delle aziende che intendono sempre meno le fiere come semplici luoghi di esposizione e sempre più come vere e proprie piattaforme di business».