
Torna l’occhiale «oversize» tra anni 40 e atmosfere rock
Nelle ultime tre tornate di sfilate del prêt-à-porter (New York, Londra e Milano), metà degli stilisti hanno mandato in passerella modelle “vestite” anche di occhiali. Da sole e – questa la novità più divertente – da vista. È solo l’ultima conferma in ordine di tempo di quanto le montature siano diventate un accessorio moda: del resto non esiste più un marchio che, raggiunta una certa notorietà, non crei una linea di occhiali, quasi sempre in licenza.
Da oggi fino a lunedì 9 febbraio il Mido di Milano – il più importante appuntamento al mondo per l’occhialeria di qualità – sarà la vetrina per tutte le aziende del settore: accanto ai produttori di montature ci saranno quelli specializzati in lenti, mentre MidoTech è l’area della fiera dedicata alle macchine e alle materie prime, che offre una panoramica completa dell’intera catena di produzione dell’occhiale. Un settore che vede l’Italia protagonista assoluta, con il leader mondiale, Luxottica, e grandi aziende del distretto veneto come Safilo, De Rigo, Marcolin, Allison, che producono e distribuiscono la maggior parte degli occhiali dei brand italiani, francesi, inglesi, americani.
Accanto a questi c’è una miriade di aziende, non solo venete, con portafogli licenze in costante crescita, ma anche marchi propri. È il caso, ad esempio, per restare nel bellunese, di Marchon (che produce e distribuisce, tra gli altri, occhiali Fendi e Jil Sander) e di Sover (che ha accordi con Alviero Martini, Mariella Burani e Kiton).
La leadership resta, ma il 2008 è stato un anno difficile, come ha spiegato ieri, presentando la 39esima del Mido, Vittorio Tabacchi, presidente della fiera e dell’Anfao, l’associazione di settore. «La produzione dell’occhialeria italiana nel 2008 si è fermata a 2,597 miliardi di euro, in calo del 6,4% rispetto al 2007. Su questa frenata hanno pesato sia la riduzione delle esportazioni (-4,7%), sia la flessione sul mercato interno (-7,3%) – ha detto Tabacchi, che è anche presidente di Safilo –.
A soffrire di più sono state le piccole aziende, soprattutto nel distretto cadorino, che spesso non hanno avuto alternativa alla chiusura. Ma medie e grandi imprese non sono immuni dalla crisi, come dimostrano il ricorso alla chiusura straordinaria degli impianti, la riduzione dell’orario di lavoro, l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria e il mancato rinnovo dei contratti a termine.
Il 2008 si è chiuso con 1.005 aziende (-4% rispetto al 2007), localizzate sostanzialmente nel distretto di Belluno, e con 17.500 occupati, pari a un calo del 5,4%». Importante termometro della congiuntura globale sono poi le esportazioni (che rappresentano l’85% circa della produzione del settore): pur attestandosi a valori superiori a quelli del 2006, il calo anno su anno (-4,7%) è il primo dal 2003, e arriva quindi dopo un quinquennio di crescita costante dell’export.
Tabacchi ha voluto però dare un segnale di fiducia: «Il 2009 è l’anno delle grandi sfide: nessuno è in grado di dare ricette per superare questa difficilissima congiuntura, né prevedere in quanto tempo essa potrà lasciare spazio a un minimo di ripresa. Il nostro settore è stato colpito come tutti, anche se in misura inferiore essendo il nostro prodotto, in fondo, più vicino al “paramedicale” e quindi necessario. Ma i nostri punti di forza, qualità e creatività, non possono venire intaccati da un momento negativo. Come dimostra il Mido, anticipato quest’anno da maggio a marzo per essere più vicini agli eventi della moda».
Al pari degli stilisti e dei marchi del prêt-à-porter (si veda Il Sole 24 Ore del 4 marzo), i designer di occhiali hanno ridato vita a forme del passato, in particolare degli anni 40 e 50, ma anche 80.
Nei prossimi mesi ci sarà così un revival della forma a farfalla, i modelli da sole e da vista saranno sempre più oversize e “da diva”, con montature quasi architettoniche, insolite e originali. Senza disdegnare decori e cristalli. In puro stile anni 80.