
Tempo scaduto Salta la legge per il sistema regionale delle Fiere
E pensare che li aveva messi tutti d’accordo. Il consigliere regionale dell’Udc, Iles Braghetto, aveva presentato alla fine dello scorso anno e a tempo di record una proposta di legge per rivoluzionare il sistema fieristico regionale che era stata firmata da tutti i consiglieri regionali, da Rifondazione ad Alleanza Nazionale. Era il tentativo più organico e ineressante per superare gli egoismi delle singole fiere e dar vita ad una “newco” su scala regionale dove le strutture più importanti Verona, Vicenza e Padova fossero rappresentate alla pari sotto l’ègida della Regione che avrebbe partecipato con una quota alla nuova società. L’iniziativa era stata messa a punto nel bel mezzo della bufera sulla privatizzazione di Padovafiere e doveva servire per fare a meno sia dell’offerta veronese che di quella francese. Eppure non è servito a nulla. Alle ore 23.59 di mercoledì scorso il consiglio regionale in zona Cesarini è riuscito solamente ad approvare il bilancio. E la legge Braghetto è rimasta fuori, così come il tentativo di dare una direttiva seria allo sviluppo fieristico. Chi lo sa infatti che anche con i francesi non si potesse dar vita ad un polo anti Milano. Ma da oggi in poi saremo alla deregulation anche se «ripresentarla alla prossima legislatura sarà la prima cosa che faccio” dice Braghetto. Ma non c’è pace per la Fiera. Nei giorni scorsi il consigliere Gian Paolo Pinton ha inviato ai tre soci fondatori una lettera nella quale chiede chiarimenti sui rapporti fra il presidente Macola e la mostra Webb.it riproposta a Padova dal figlio del presidente e su altre questioni relative alla gestione. La lettera è stata inviata dai tre soci alla Procura che già la scorsa settimana aveva inviato la Guardia di Finanza per reperire alcuni verbali relativi alla gara della privatizzazione. La vicenda Pinton-Macola va avanti da qualche mese. Pinton infatti faceva parte dell’organizzazione di Transpotec, manifestazione di Macola, ma ne è stato estromesso, tanto è vero che nella querelle fra lui e il presidente la stessa Camera di Commercio aveva dato vita ad un arbitrato per dirimere la questione. Mauro Giacon