Rassegna stampa

Tecnologia e sviluppo, Ferrari “ambasciatore” per il palazzo di vetro

n Il progresso corre sulla banda larga, parte da Milano e punta a sostenere nel nome della tecnologia lo sviluppo di tutti i paesi più poveri del globo. E sul ponte di comando, a condurre questo ambizioso progetto, c’è un lodigiano di razza: Piergiacomo Ferrari. Il dirigente che ha saputo rilanciare la Fiera di Milano, risanandone le casse e riportandola tra le grandi realtà fieristiche mondiali, e issarsi fino al vertice dell’Emeca (l’associazione delle maggiori fiere europee) è stato nominato ieri presidente del neonato Comitato Promozione e Sviluppo dell’Occam, l’osservatorio per la comunicazione nato11 anni fa da un programma Unesco e affiliato alla Nazioni Unite come istituzione autonoma. Uno strumento internazionale che a Milano, negli uffici di piazza Duomo, ha la sua invidiata sede mondiale. E che dopo un cammino iniziato nel Mediterraneo, sostenendo all’insegna del cinema e della cultura la diffusione della pace, ha intrapreso cause più clamorose: come l’adesione, in ambito Onu, alle conferenze mondiali su Infopoverty, al palazzo di vetro di New York. Un luogo, quest’ultimo, che Ferrari conosce bene: memorabile, infatti, resta una sua conferenza nell’aprile 2006, quando nei panni di amministratore delegato della Fiera di Milano incantò i delegati delle Nazioni Unite illustrando la nascente alleanza tra la fiera stessa e l’Occam. Tanto che, lasciata la fiera meneghina dopo sette anni di grandi successi (commissario riorganizzatore nel 1999, vicepresidente nel 2001 e amministratore delegato dal 2003 all’ottobre 2006, con bilanci ridenti e una clamorosa alleanza con la fiera di Hannover), il 71enne presidente del collegio garanti della associazione esposizioni e fiere italiane è approdato proprio agli uffici dell’Occam, divenendo il braccio destro del presidente Pierpaolo Saporito. Ad attenderlo, un progetto imponente. Forte delle sue competenze nelle tecnologie comunicative e delle prestigiose partnership con l’Onu, la Banca Mondiale e le aziende leader nel settore, l’Occam si propone di allargare negli anni ad almeno mezzo milione il numero di Itc Village nell’Africa, come già fatto con eccellenti a Sambaina, in Madagascar, dove Occam, con internet, ha portato strumenti di sviluppo e supporto per per le popolazioni locali come la telemedicina (ecografie comprese) e la telescuola. Logico, perciò, puntare su uomo del valore di Ferrari. Per il quale, dopo tante sfide vinte, quella per lo sviluppo dell’Africa è un’avventura tutta da godersi: «Già nelle mie esperienze in Federlegno (consigliere delegato) vincemmo gare importanti in Russia, privatizzando legno e mobili, e in Asia, per importare scuole e laboratori per il legno – racconta -. Così, già in Fiera mi sono battuto affinché diventasse una infrastruttura commerciale, convinto di fare qualcosa per aiutare i paesi a svilupparsi». E con Occam, la battaglia andrà avanti: «Penso alla telescuola, agricoltura in primis – prosegue Ferrari -. Ma anche a creare gemellaggi tra paesi ricchi e in via di sviluppo, senza dimenticare il ruolo importante che si può recitare culturalmente per le cinematografie emergenti. Infine, il design, visto che uno dei problemi di questi popoli è avere prodotti funzionali al minor costo possibile. Il tutto ricordando come questi progetti siano svolti su programmi Onu e della Banca Mondiale: e cercando di coinvolgere, come fanno negli Usa, istituzioni e personalità eccellenti nelle telecomunicazioni». Il primo passo è imminente: un viaggio in Africa, la prossima settimana, per visitare l’Unione Africana ad Addis Abeba (Etiopia) e poi spostarsi a Kigali, capitale del Ruanda, dove si terrà una conferenza (“Connect Africa”) per sviluppare nuove forme di comunicazioni veloci: «Li si sta creando una zona di libero scambio – chiosa Ferrari -, con moneta unica nel 2012. E magari cercherò di creare delle fiere, perché un punto di incontro è fondamentale. Di certo, mi accingo a questa missione con tanta volontà». Ferrari, peraltro, non sarà l’unico lodigiano con il “pedigree” a fare parte del comitato. Nella sua squadra, infatti, l’ex numero uno della Fiera di Milano ha voluto anche Andrea Cancellato, già sindaco di Lodi e attuale segretario generale della Triennale di Milano: «Sono convinto che si tratti di un progetto interessante – commenta Cancellato -, e che abbia possibilità concrete, attraverso le nuove tecnologie, di aiutare paesi che hanno bisogno. Costruiremo iniziative che coinvolgano il design italiano in questa direzione». Alberto Belloni

Newsletter