Rassegna stampa

Tecnoholding cede la quota in BolognaFiere In corsa Fondazione Carisbo, Camst e Cazzola

La Tecnoholding, spa controllata dall’Unioncamere nazionale, ha deciso di cedere la propria quota azionaria in BolognaFiere; una quota modesta, lo 0,83 per cento. L’uscita della società è probabilmente legata alla scarsa valenza strategica della partecipazione e ad alcune polemiche tra i soci legate alla difficile definizione di Tecnoholding, se si tratti di società privata o pubblica.
La vendita ha tagliato la testa al toro. Ma, pur essendo una piccola quota (che vale però due miliardi e mezzo di vecchie lire), ha messo in moto un meccanismo di rincorsa all’opzione. Dapprima sembrava che l’unica interessata fosse la Fondazione Carisbo che ha l’1,50 per cento di BolognaFiere. E venerdì scorso un lancio d’agenzia annunciava l’esistenza di una trattativa. Il presidente di BolognaFiere, Luca di Montezemolo l’aveva comunicato, il 9 settembre scorso, al Comune (socio al 10,5 per cento) che ha però deciso di non utilizzare il diritto di prelazione. La cosa sembrava finita lì, ma ieri si è saputo che la società Promorest, controllata da Unipol-Camst e FiBo, ha delibrato di esercitare il diritto d’opzione sulla stessa quota di Tecnoholding.
Ma non è finita. Anche se non è stata ufficializzata, pare che anche la Promotor International di Alfredo Cazzola abbia l’intenzione di partecipare a quello che appare sempre più come un frazionamento della quota messa in vendita. La Promotor, con il 3,98 per cento, è il più importante degli azionisti privati entrati con l’aumento di capitale di un anno e mezzo fa. Unipol e Camst hanno il 2 per cento. Se non si faranno avanti altri pretendenti, lo 0,83 per cento di Tecnoholding verrà distribuito ai tre pretendenti sulla base delle loro quote. Marco Minella, segretario generale di Camst e membro del cda ha spiegato che la prelazione «tende a conservare la quota all’interno della compagine privata».

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