
Tangeri si candida per l’Expo del 2012
Il re marocchino Mohamed VI scrive al presidente algerino Abdelaziz Bouteflika per sollecitare il suo “fraterno appoggio” alla candidatura del Marocco per ospitare l’Esposizione Universale del 2012. “Tenuto conto delle solide relazioni di fraternità che uniscono i nostri due paesi, del ruolo preponderante del suo paese in seno al Bureau internazionale delle Esposizioni, e della considerazione di cui gode l’Algeria presso gli altri paesi membri”, il sovrano marocchino chiede l’appoggio di Bouteflika informandolo al tempo stesso della decisione di presentare ufficialmente la candidatura del suo paese per l’Expo 2012. “Il sostegno del suo paese a questa candidatura sarà un sostegno a tutti i paesi arabi” scrive Mohamed VI indicando che la città scelta per ospitare la manifestazione è Tangeri, “dalla storia secolare e dal passato glorioso”. Il governo marocchino e le autorità della città “sono determinate a prendere tutte le misure necessarie per fare dell’Expo 2012, se essa potrà beneficiare del suo appoggio, un evento fondamentale le cui ricadute saranno utili non solo al Marocco ma all’insieme dei paesi arabi”, conclude il messaggio. Per l’Algeria si tratta di un’occasione imperdibile per il decollo del complesso delle attività produttive e per il turismo. L’Algeria deve diversificare le sue attività di produzione per ridurre la propria dipendenza dalle entrate del petrolio che rappresentano oltre il 97% delle esportazioni. E’ la raccomandazione formulata dal Fondo Monetario Internazionale nel suo rapporto del 2005 in cui si sottolinea che il paese maghrebino resta vulnerabile finché la sua crescita dipenderà dagli idrocarburi. Gli esperti del Fmi raccomandano perciò “il consolidamento della stabilità economica” attraverso “la diversificazione dell’investimento estero, l’allargamento dell’export e l’aumento della produttività”. Questi obiettivi, secondo il Fmi, sono realizzabili grazie al programma di appoggio alla crescita economica 2005-2009 lanciato dal presidente Abdelaziz Bouteflika con un bilancio di circa 55 miliardi di dollari. Un programma che il Fmi considera “uno strumento che può permettere un reale rilancio in molti settori”, in particolare la costruzione e i lavori pubblici. La crescita economica ha raggiunto quasi il 5 per cento del Pil nel 2005 essenzialmente grazie alla vendita di idrocarburi e allo sviluppo di certi settori come la costruzione e i servizi, nota il rapporto sottolineando che il tasso di inflazione è rimasto basso e che la disoccupazione continua a scendere mentre le riserve di cambio sono aumentate di oltre 20 miliardi di dollari tra fine 2003 e settembre 2005. Infine il Fmi raccomanda la conclusione del processo di riforme del settore finanziario tra cui la privatizzazione delle banche, e l’attuazione di una politica monetaria trasparente e conforme agli standard internazionali.