
Sulla giostra cinese
PAGINA A CURA DI
Michela Finizio
La concorrenza asiatica è arrivata anche nei parchi di divertimento, sottraendo quote di mercato al distretto italiano della giostra. La debolezza del dollaro e l’aumento del costo delle materie prime completano il cerchio delle difficoltà che affliggono il settore.
Il business
I costruttori di attrazioni in Italia sono in tutto una cinquantina, concentrati tra il Veneto e l’Emilia-Romagna, per un totale di circa mille addetti e un fatturato globale stimabile sui 250-300 milioni di euro. Le quote di esportazione superano il 90% delle vendite, ma negli ultimi anni i produttori italiani stanno subendo una forte aggressione commerciale sul mercato internazionale da parte di quei Paesi dove il costo del lavoro è molto più basso. Trattandosi di produzioni artigianali, non in serie, l’incidenza della manodopera è molto elevata, senza contare che spesso le novità presentate al pubblico vengono copiate in tempi brevi e immesse sul mercato a prezzi minori.
Invenzioni e riproduzioni
«Per progettare una giostra – spiega Franco Cestonaro della Cna (la Confederazione dell’artigianato) di Rovigo – possono servire fino a 100mila euro e il 30% viene investito in ricerca e sviluppo. A quel punto, una volta che l’attrazione viene resa pubblica all’interno di un parco, chiunque può studiarla e riproporla rapidamente. Magari con lo stesso design e nome, anche se i movimenti e i materiali sono diversi. Nei cataloghi cinesi presentati all’ultima fiera internazionale del settore – organizzata dall’International Association of amusement parks and attractions lo scorso novembre a Orlando, in Florida – abbiamo trovato numerose riproduzioni di giostre venete».
La legislazione che protegge la proprietà intellettuale, secondo i produttori, non riesce a rispondere in tempi rapidi per evitare i danni prodotti dalla concorrenza sleale. Anche la legislazione nazionale, denuncia il comparto, non risponde ai ritmi del mercato: i tempi richiesti per l’iscrizione delle attrazioni nell’elenco ministeriale e per le verifiche sulla sicurezza sono troppo lunghi.
Prospettive hi-tech
Per riuscire a competere con la concorrenza cinese, «la nuova frontiera è l’innovazione tecnologica» sostiene Fabio Martini, titolare della Technical Park, storica azienda di Melara, in provincia di Rovigo, specializzata in ruote panoramiche. Sul piano delle idee, però, è sempre più difficile inventare qualcosa di nuovo. «Se nell’Ottocento – racconta Martini – il divertimento si trovava in una tranquilla giostra a cavalli, nel dopoguerra la voglia di guidare un’automobile portò al successo degli autoscontri. Ora il pubblico vuole emozioni nuove e sempre più intense. Finora abbiamo costruito più di 120 ruote, sia per bambini che per adulti. La più famosa è quella di 17 metri all’interno del negozio Toys R Us di Times Square a New York. Oggi il mercato ci richiede di continuare a innovare».
Congiuntura a ostacoli
Il 70% delle attrazioni nel mondo vengono prodotte in Europa. L’ente europeo di riferimento del settore, European Association of amusement supplier industry, raccoglie oltre 90 produttori provenienti da sei Paesi differenti, di cui 39 sono italiani, appartenenti ai due consorzi Marco Polo amusement in Veneto e Fun italian export in Emilia Romagna. A queste poche imprese, si associa il lavoro di centinaia di realtà che creano un notevole indotto: aziende addette alla produzione di parti meccaniche e oleodinamiche, imprese di trasporti per la costruzione di giostre itineranti, artigiani specializzati nella lavorazione in vetroresina, nella verniciatura o nell’illuminotecnica.
Il settore negli ultimi due anni ha vissuto un aumento dei costi delle materie prime derivanti dal ferro tra il 10 e il 20%, senza contare i riflessi della crisi del dollaro sulle esportazioni a cui si aggiungono anche la difficoltà di trovare professionalità qualificate, con un incremento del costo della manodopera del 10 per cento. Di conseguenza, ad esempio, i prezzi della Technical Park sono aumentati dell’8% circa in un anno. Il fatturato dell’azienda si aggira intorno agli 8 milioni, ma nel 2007 i titolari hanno registrato una netta flessione delle vendite, soprattutto negli Stati Uniti dove si concentra la maggior parte del mercato mondiale legato al divertimento.
FRONTIERE MODERNE
Il divertimento ora è interattivo
Flying Fury è la prima giostra interattiva, dove il movimento viene controllato a piacimento direttamente dal pilota. Progettata e realizzata dalla ditta Technical Park di Melara, in provincia di Rovigo, è l’ultima attrazione prodotta, la novità del momento: è possibile provarla solo al Luna Euro Park, all’Idroscalo di Milano, nelle vicinanze dell’aeroporto di Linate.
Le due navicelle, posizionate alle estremità dei bracci, sono a forma di aeromobile, fornite di elica a profilo aerodinamico, comandate da un motore. Entrambe sono dotate di uno schermo Lcd, dove è possibile visualizzare la propria posizione e altri dettagli, e di una cloche manuale. Con questi strumenti a bordo è possibile accelerare manualmente la propulsione dell’elica, provocando la rotazione del braccio, oppure ruotare intorno al proprio asse.
A seconda del pilota, l’attrazione può raggiungere i 50 km/h. Il veicolo è dotato anche di un pulsante "turbo" che, se premuto, blocca i movimenti di rotazione e manda l’aereomobile al doppio della velocità, fino a 100 km/h.