
Sul polo unico Pesaro e Ancona trovano l’intesa
Dopo quasi un lustro di annunci mai concretizzatisi, è stato finalmente mosso, due settimane fa, il primo vero passo verso la realizzazione di un unico polo fieristico marchigiano, per la gestione sinergica del padiglione di Pesaro e dei due tra Ancona e Civitanova arche che fanno capo all’Ente fieristico regionale (Erf). Polo che avrà nel capoluogo dorico il suo centro direzionale, mettendo così la parola fine alla guerra di potere tra il quartiere Campanara e Ancona sulla scelta di dove insediare l’headquarter.
È stato infatti firmato in sede di commissione tecnica da Regione, enti locali interessati e le quattro Camere di commercio (quella di Pesaro controlla il 70% della fiera locale) il progetto di una Spa unica con il compito di amministrare spazi ed eventi delle tre strutture, mentre si sta studiando di affidare a una fondazione la proprietà del patrimonio immobiliare. Si apre però di conseguenza anche il problema di dove insediare il nuovo organo centrale, visto che l’Erf è stato sfrattato dall’Autorità portuale e nel 2008 dovrà abbandonare l’attuale sede nel porto. «Serve una sistemazione più consona, perché qui gli spazi sono ristretti e difficili da raggiungere», afferma il presidente dell’Erf, Dante Merlonghi, che non disdegna la proposta avanzata da Quadrilatero Spa a nord di Ancona, a due passi da autostrada, aeroporto e interporto di Jesi (un progetto da 122 milioni di euro per 72mila metri quadrati espositivi). «Nel frattempo amplieremo la superficie maceratese, avviando entro l’anno la realizzazione di un nuovo padiglione a Civitanova».
Pesaro resta però, almeno nell’immediato futuro, la principale area espositiva della regione, con i suoi 36mila metri quadrati di padiglioni e 200mila visitatori in media l’anno (contro i 12mila mq di Ancona e i 7.500 di Civitanova). Una struttura che costa cara: 2,2 milioni di euro la perdita nel 2004, 900mila euro nel 2005 (nonostante si sia svolto il Salone del mobile, il principale evento fieristico a cadenza biennale). «Chiuderemo il bilancio 2006 con 500mila euro di perdita, ma già dall’anno prossimo arriveremo all’utile», assicura l’amministratore unico Giancarlo Zuccarini, autore di un dimezzamento del personale nell’ultimo anno (oggi i dipendenti sono 7), reduce da un’infruttuosa ricerca di partner privati che entrassero nella gestione.
In pareggio i conti dell’ente fieristico controllato dalla Regione, 150mila visitatori nel 2006 in una trentina di fiere proprie e di terzi. L’obiettivo di Palazzo Raffaello – alla luce del fatto che né i soci privati né quelli pubblici hanno grosse risorse da investire – è di mettere a sistema strutture ed eventi a disposizione per aumentarne la capacità competitiva e valorizzare il territorio. «Puntando sulle specializzazioni marchigiane come mobile, calzature, stampi, turismo – conferma il presidente della Cdc pesarese, Alberto Drudi – per realizzare fiere che non ambiscono ai grandi numeri ma alla qualità, pensando anche a nuove iniziative».
«Contiamo nel via libera della Giunta alla società unica di gestione entro dicembre – conclude il vicepresidente della Regione con competenza alle Fiere, Luciano Agostini – e nel debutto ufficiale entro il 2007».