Rassegna stampa

«Subito una superfiera Milano-Torino»

MILANO – Un polo universitario di livello internazionale. Un distretto integrato per gli studi, la ricerca e la produzione in campo medico e biotecnologico. Una forte interazione fra le due Fiere commerciali. Un sistema unico aeroportuale fra Malpensa, Linate e Caselle. Anche una rete comune di mostre d’arte contemporanea. E’ una raffica di idee quella uscita ieri dal doppio incontro, a Milano e a Torino, con il quale è stato dato il segnale (non solo simbolico) di rilancio del progetto «Mi-To», quel grande disegno di trasformazione del territorio fra il capoluogo lombardo e quello piemontese in un’unica area urbana fortemente integrata. Proprio questo, di fronte a una platea di leader del mondo economico-finanziario, amministrativo e accademico, avevano chiesto i due padroni di casa, Carlo Sangalli e Giuseppe Pichetto, rispettivamente presidenti della Camera di commercio di Milano e Torino: «idee», «progetti», «voglia di confrontarsi». Una sfida ambiziosa. Ma obbligata. Innanzitutto perché un flusso d’intercambio sociale «spontaneo» è già ampiamente in corso: nella provincia di Torino lavorano oggi 27 mila dipendenti di aziende milanesi, e in quella di Milano oltre 21 mila addetti di imprese torinesi. E poi, ad accorciare drasticamente le distanze temporali fra le due città ci penseranno i nuovi collegamenti ad alta velocità: la linea ferroviaria Torino-Novara sarà pronta per il 2006, il prolungamento fino a Milano entro il 2008. Si tratta dunque di governare questo processo di cambiamento. E di alzare il tiro, rendendo Mi-To più competitiva sul piano economico e meglio inserita in uno scenario europeo che, a sua volta, è destinato a profonde mutazioni sull’onda delle nuove grandi infrastrutture continentali: dall’asse Genova-Rotterdam, al Corridoio 5 che unirà Lisbona a Kiev passando per Lione, Torino, Milano, Verona e Trieste. Base di discussione del doppio incontro di ieri, lo studio «Torino-Milano: due città, una ferrovia, una grande regione. Idee e progetti per un’alleanza», diretto da Giuseppe Russo, docente di sistemi economici al Politecnico torinese. Un rapporto denso di stimoli. Qualche esempio? «L’industria dei servizi nel Nord Ovest non riesce più a esportare – recita lo studio -. Più la nostra economia si terziarizza e più si chiude al resto del mondo. Se invece riuscissimo a connetterci meglio, a fare sistema, a esportare competenze e servizi, anche solo per il 20% del fatturato medio, otterremmo due risultati: avremmo 800 mila occupati in più nelle due regioni e scongiureremmo il declino economico». Oppure, nel campo della formazione universitaria, «oggi c’è un’offerta di corsi pletorica, spesso con vistose duplicazioni», mentre «unendo gli sforzi» si potrebbe «dare vita a un marchio unico e nuovo nell’alta formazione, competitivo a livello europeo e in grado di attrarre studenti dall’esterno». Altro esempio, di più facile realizzazione: «Un sistema fieristico e congressuale unico». E ancora: la trasformazione dell’attuale industria sanitaria (dagli ospedali pubblici fino alle aziende che producono strumenti e ai piccoli laboratori di ricerche sparsi per il territorio) sul modello della Medicon Valley fra Danimarca e Svezia, dove «un unico progetto ha coagulato interessi e lavoro di 30 mila scienziati, 26 ospedali universitari, 135 mila studenti, 500 imprese, di cui 100 società biotecnologiche». «La scommessa è di pesare di più insieme, essere competitivi a scala europea in tutti i settori nei quali la dimensione locale ha costretto fino a ora le due città a lavorare con orizzonti ridotti e su un mercato circoscritto», scrive Russo. E intanto ieri è uscita la proposta di formare un «Comitato grande regione» per coordinare l’avanzare dei progetti. Prossimo appuntamento: un Forum Milano-Torino il 15 e 16 ottobre a Cernobbio, sul lago di Como.

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