
Su Messina aleggia lo spettro liquidazione
Poco più di un anno fa un sopralluogo dell’architetto Massimiliano Fuksas mise le ali alle cronache dei giornali locali. L’annoso problema dell’area attualmente occupata dal quartiere fieristico di Messina, oggetto di un contenzioso giudiziario fra l’ente fieristico e l’Autorità Portuale che è proprietaria dei suoli e ne rivendica canoni d’affitto arretrati, avrebbe trovato soluzione grazie al trasferimento nell’area ex Sanderson. Il presente è di ben altro segno. La Fiera, affidata da due anni al commissario Urania Giulia Papatheu, è in una crisi profonda, aggravata dall’obsolescenza organizzativa e delle strutture – che pesano soprattutto sulla Campionaria, evento di punta e unica mostra internazionale del quartiere – e dall’impasse politica a livello regionale. Accade così che eventi in budget non riescano a trovare copertura e che la chiusura di bilancio in attivo non sia sufficiente a evitare gli strali sul commissario, nel mirino prima per il conflitto con il segretario generale Giovanni Bitto, culminato nel licenziamento e successivo reintegro del dirigente, poi per la decisione di spostare alcune manifestazioni a Catania e Taormina.
La situazione è stata affrontata un mese fa in un incontro fra pubblici amministratori e rappresentanti degli imprenditori, in cui si è concordato di procedere a una ricognizione esplorativa dei segmenti di mercato interessanti sotto il profilo fieristico, in vista della trasformazione in Spa. Sempre che nel frattempo non arrivi, come molti temono, la messa in liquidazione dell’ente.