
Stop a Godoli, la Fiera verso l’unificazione con Cesena
di EMANUELE CHESI D I RINVIO in rinvio il Comune di Forlì ha allungato i tempi del rinnovo del consiglio d’amministrazione della Fiera fino al prossimo 7 novembre. Ufficialmente per chiarire gli effetti dell’applicazione della norma della finanziaria che prevede l’ineleggibilità degli amministratori firmatari di tre bilanci in rosso negli ultimi cinque anni. Un problema che tocca da vicino i membri uscenti del cda della Fiera spa, appesantita da un passivo storico che ne mette in forse il futuro. Ma alla fine, anche se tra le pieghe della normativa c’è la possibilità di ‘salvare’ gli amministratori, il ricambio pressoché totale degli amministratori si renderà necessario più che altro per ragioni di opportunità politica e di prospettiva. A partire dal presidente Romeo Godoli (foto a fianco), timoniere del parziale riassestamento della spa su mandato del Comune, ma anche scomodo amministratore della società ‘Punta di ferro’ al centro dell’inchiesta della magistratura su presunti abusi edilizi nella costruzione dell’ipermercato di Pieveacquedotto. Tra le forze politiche e tra gli stessi amministratori comunali si va facendo più pressante l’esigenza di sgombrare il campo da possibili imbarazzi, specialmente in questo momento in cui occorre accelerare la ricerca di una soluzione percorribile per ‘salvare’ la Fiera. D’altra parte proprio dalle associazioni di categoria, commercianti e artigiani in primis, viene in questo momento un deciso segnale in direzione dell’unificazione con la Fiera di Cesena. L’orientamento, che sconta ovviamente anche qualche perplessità politica e di campanile, sta raccogliendo però sempre più ampi consensi tra i soci dell’ente fieristico forlivese. Giancarlo Corzani, segretario di Confesercenti e membro del consiglio d’amministrazione uscente, è uno dei più di convinti sostenitori di questa scelta strategica. IL ‘MERCATO’ delle fiere in regione, con l’accordo di ferro tra Bologna e Rimini, è diventato infatti sempre più competitivo e c’è la necessità di contenere i costi armonizzando la programmazione degli eventi e ottimizzando la gestione del personale. SE L’IPOTESI andasse effettivamente in porto, il rinnovo del consiglio d’amministrazione (ridotto a cinque membri) aprirerebbe la strada a una soluzione-ponte verso l’unificazione, con l’affidamento della presidenza a una figura fortemente orientata su questo programma. E sullo sfondo si prefigura ovviamente una presidenza provinciale affidata all’uomo forte della Fiera di Cesena, Domenico Scarpellini, ex direttore del Consorzio agrario e attuale commissario del mercato ortofrutticolo cesenate. Nonché personaggio in vista dell’area cattolico-democratica, considerato vicino al presidente della Camera di commercio Sergio Mazzi e al sottosegretario Roberto Pinza. Per equilibrare il rapporto tra le due fiere, l’ente forlivese potrebbe dividere la società di gestione (da fondere poi con la gemella cesenate) dalla pura proprietà immobiliare delle strutture, che resterebbero dunque pienamente ‘made in Forlì’ per poi essere affittate al nuovo ente.