Rassegna stampa

Spagna / Secondo paese al mondo come destinazione del turismo d’affari internazionale

La SPAGNA si conferma al secondo posto come destinazione mondiale del turismo d’affari internazionale. Secondo i dati del World Travel & Tourism Council (WTTC) il turismo d’affari in Spagna avrà una crescita del 59% da quest’anno fino al 2014, mentre che la media europea non supererà il 25% e quella mondiale non andrà oltre il 50%. Spagna è il secondo paese al mondo per quanto riguarda il turismo d’affari internazionale, stando ai dati dell’International Congress and Convention Association (ICCA). Nel 2002 il paese iberico era già risalito dal sesto al secondo posto nella classifica delle destinazioni più richieste e nel 2003 ha confermato la sua posizione avvicinandosi ancora di più agli Stati Uniti. A rafforzare questa leadership sono i dati ICCA della classifica mondiale per città che vedono fra le prime dieci destinazioni per il turismo d’affari internazionale Barcellona (2ª) e Madrid (10ª). Per ciò che riguarda le preferenze dell’outgoing italiano per motivi di lavoro, la Spagna occupa il terzo posto nella classifica ISTAT con il 9,2% del totale dei viaggi nel 2003, subito dopo la Germania e la Francia. Il 10% degli introiti della Spagna per turismo (un 12% del PIL) proviene dal turismo d’affari, con circa 3.000 milioni di euro nel 2003, considerando solamente la spesa diretta. Il numero di riunioni annuali, in constante crescita, si avvicina alle 18.566 riunioni (2.092 in più che nel 2002), con 3 milioni di partecipanti più un numero importante di accompagnatori. Il 59,4% sono state celebrate in alberghi e il 19,9% in centri congressi. Per ciò che riguarda il tipo di riunione, i congressi sono stati 2.475 di cui il 32,7% di ambito internazionale, le convention 5.232, e le giornate di lavoro 10.430 di cui un 22,1% e un 4,7% rispettivamente di carattere internazionale. Le riunioni sono state celebrate in 119 città diverse anche se le destinazioni più richieste sono le regioni di Madrid (23,73%), Catalogna (16,36%) e l’Andalucía (9,92). Per quanto riguarda il paese d’origine dei partecipanti, gli italiani si trovano in 5ª posizione, con il 7,3% dei partecipanti, dopo la Gran Bretagna (26,1%), la Francia (20,9%), la Germania (15,9%) e gli Stati Uniti (10,7%). SPAGNA, QUARTA NELLA CLASSIFICA DELLA ATTIVITÀ FIERISTICA L’attività fieristica spagnola è cresciuta nel 2003 del 0,95% passando da 419 fiere a 423. Fra il 2001 e il 2002 l’aumento era stato del 6,6%, ma bisogna sempre tener conto che il carattere biennale di alcuni eventi provoca un aumento maggiore negli anni pari. Gli espositori sono passati da 114.646 a 115.378 mentre il numero di visitatori ha superato ancora i 15 milioni. La superficie netta complessiva per queste mostre è stata di 3.823.532 metri quadri. Secondo i dati UFI (Unione di Fiere Internazionali) la Spagna è quarta per l’attività fieristica mondiale, immediatamente dopo la Germania, l’Italia e la Francia. L’effetto indotto dalla attività fieristica nel settore servizi supera i 3.200 milioni di euro l’anno. I risultati confermano il comportamento positivo delle fiere spagnole, strumento fondamentale per l’appoggio alla vendita diretta. Il 2002 è stato l’anno in cui ha cominciato la messa in atto del sistema di qualità QAFE, attraverso il cui i membri dell’Associazione di Fiere Spagnole possono ottenere la suddetta certificazione da parte del Lloyd’s Register of Quality Assurance (LRQA). TURESPAÑA INVESTE 223.000 EURO L’Istituto di Turismo di Spagna (Tuespaña) e lo Spain Convention Bureau, organismo che aggruppa a 36 città di congressi in tutta la Spagna, hanno firmato un Piano di Azione per il settore congressuale. Turespaña contribuirà con 223.000 euro di un totale di 316.000. Il Piano comprende la realizzazione di un studio sul Turismo di riunioni in Spagna, una Guida Incentives e una rivista digitale specializzata nel turismo di riunioni che potrà essere consultata sul sito www.spain.info

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