
Sotto la Ghirlandina più bioarchitettura
Bioarchitettura di casa a Modena. Infatti, dall’11 al 16 ottobre la città ospita la “Settimana della bioarchitettura”, sette giorni di incontri, convegni e seminari dedicati al tema della sostenibilità ambientale applicata all’architettura e all’edilizia. L’iniziativa è promossa da Bioecolab, il laboratorio dedicato all’urbanistica ed edilizia sostenibile promosso da Provincia e Comune di Modena, oltre che da ProMo (Società per la promozione dell’economia modenese).
La bioarchitettura, disciplina matura all’estero (in Germania è materia di studio nelle scuole sin dal 1974), in Italia si sta facendo largo solo negli ultimissimi anni. Proprio per questo, non esistono ancora dati significativi a livello nazionale. Localmente si fanno spazio esperienze di grande importanza. Modena è considerata punta avanzata nel panorama nazionale quanto a realizzazioni in bioarchitettura, in particolare nell’edilizia pubblica. Tra queste il nuovo quartiere bioecologico di Cognento, una frazione di Modena in cui troveranno posto circa 770 abitanti per un totale di 220 alloggi. Il quartiere, in fase di costruzione, è stato progettato e realizzato secondo le caratteristiche di eco-sostenibilità, dalla scelta dei materiali a quella degli impianti di depurazione delle acque. Un altro esempio concreto è quello del Comune di Nonantola che ha realizzato il nuovo quartiere di San Francesco (152mila metri quadrati per 400 alloggi) interamente con criteri di biosostenibilità. E ancora il Comune di Carpi con la scuola materna Arcobaleno, realizzata nel 2003 con particolare attenzione al comfort termico-acustico e al risparmio energetico. “Il vero freno alla bioarchitettura in Italia è di tipo culturale – spiega Francesca Sorricaro, direttore del Bioecolab – Quando si acquista una casa ci si limita ci si limita a valutare il rapporto prezzo-superficie, senza verificare ad esempio quanto costerà riscaldarla o tenerla fresca d’estate. É invece dimostrato che se si prende in considerazione l’intero ciclo di vita dell’edificio, il costo finale è inferiore per un edificio in bioarchitettura rispetto a un edificio tradizionale”.