
Smau e Futurshow affilano le armi
Viene quasi da pensare che un giorno, forse, potrebbe diventare una sola fiera. Sì, perché Smau e Futurshow, i due eventi “amici-nemici” dell’Information technology in Italia, quest’anno quasi si mischiano. Anche perché, nelle parole dell’ideatore della kermesse bolognese Claudio Sabatini, «le due mostre sono complementari, non c’è nessuna concorrenza».
Intanto, però, Futurshow 3004 («mille anni avanti a tutti gli altri», come ribadiscono gli organizzatori) trasloca a Milano, e si terrà dal 18 al 22 novembre. Giusto un mese dopo Smau, che invece si terrà dal 21 al 25 ottobre. Partiamo proprio da quest’ultimo, per vedere quali sono le novità.
Qui Smau. La quarantunesima edizione di quello che è pur sempre, nonostante la crisi del settore, il secondo evento mondiale dell’It, come ci tiene a sottolineare il presidente Antonio Emmanueli, mantiene saldo il timone verso la sua duplice natura di evento per il mondo business ma anche per quello dei consumatori: «Ci possono essere anche momenti spettacolari, e qui faccio appello alle aziende espositrici affinché tirino fuori il meglio e non solo ballerine sgambettanti, ma il nostro non è il mestiere degli organizzatori di show. Smau quest’anno avrà una tematizzazione ancor più forte per consentire una chiara divisione tra spazi business e consumer, considerando che entrambi i ruoli sono importanti per la crescita di un settore, quello dell’Ict, che pesa per il 6,5% del Pil italiano e può fare la differenza tra una crescita del sistema Paese dello 0,8 o dell’1%».
Se si lasciano i padiglioni della Fiera di Milano ai quali ci ha abituato Smau, l’aria di Bologna – dopo sette edizioni nel capoluogo emiliano – promette di avere un profumo diverso. «Saranno solo 100 le aziende con degli stand convenzionali al massimo di settanta metri quadri – spiega Sabatini – perché poi Futurshow vivrà all’interno della città, in spazi espositivi, nelle stesse sedi delle aziende, in locali e altri punti di ritrovo».
Il progetto in divenire della manifestazione (ancora devono essere definiti tutti gli appuntamenti e le partecipazioni) vuol ricordare la Fiera del mobile, il momento espositivo di maggior successo per Milano che ha fatto della città stessa il palcoscenico dell’evento.
Qui Futurshow. «Il nostro non è un evento istituzionale, ma sul territorio, un’altra T – dice Sabatini – insieme alle tre teorizzate da Richard Florida, economista di Pittsburgh, che abbiamo sposato: Tecnologia, Talento e Tolleranza. É la ricetta per l’innovazione e il modo in cui Futurshow porterà Milano in testa alla classifica dell’innovazione mondiale, grazie anche alle partnership già nate per sviluppare questa prima edizione meneghina della fiera».
Sì, perché alla manifestazione partecipano come partner non solo il Comune di Milano (con la Fiera della creatività giovanile), ma anche Assolombarda, l’Istituto Europeo del Design, la Mediateca e il multisala Anteo, la prestigiosa Triennale di Milano.
Invece, dal fronte dello Smau, l’attenzione è meno per gli eventi spettacolarizzati e più per i percorsi del business e delle aziende.
La divisione tra le due aree, consumer ed imprese, sarà infatti ancora più netta non solo dal punto di vista spaziale, con una differente organizzazione dei padiglioni, ma anche con regole per gli espositori delle aree business (meno lustrini e più prodotti) e un giorno (che potrebbe essere aumentato a due, su richiesta degli espositori) di accesso riservato solo ai visitatori provenienti dal mondo del business.
Attenzione ancor maggiore quest’anno, inoltre, per Umts, televisione digitale e tecnologie Ict, considerate da Emmanueli uno dei motori dello sviluppo, in un paese come l’Italia dove, sottolinea, ci dovrà essere più attenzione a questo settore dell’economia da parte di tutti.
Quello che comunque accomuna le due esposizioni rimane l’ottimismo nel futuro. La ripresa arriva, dicono in momenti diversi ma con parole quasi uguali Emmanueli e Sabatini, sta a noi farne vedere le opportunità e ai mercati invece la determinazione per coglierle.