Rassegna stampa

Slalom tra gli stand della contemporaneità

La vocazione di ricerca di Artissima si riflette sulla formula espositiva, che l’anno scorso è cambiata (con grande successo) per assecondare un nuovo approccio alla riflessione sul contemporaneo.
Le gallerie che espongono sono 161, di cui 58 italiane e 103 straniere. Oltre al settore principale, in cui si vedono i nomi più rilevanti dell’arte contemporanea, dagli stand della fiera partono idealmente due frecce temporali. Una indica il futuro, – un futuro che è già un po’ presente – con lavori freschissimi appena usciti dagli studi di artisti giovani di tutto il mondo. L’altra torna verso un passato assai prossimo che non è stato ancora del tutto scandagliato, e conduce a una rilettura approfondita di autori italiani nati nel Novecento, attivi già negli anni Sessanta e Settanta.
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La vena internazionale di Artissima pulsa forte nelle 102 gallerie che formano il nucleo centrale della fiera: 45 sono italiane, 57 straniere, da 20 diversi Paesi del mondo. Qui i nomi affermati ed emergenti di casa nostra sono mescolati a quelli di artisti internazionali, all’interno di stand che hanno in gran parte scelto di mettere a fuoco due o tre soli autori, trasferendo così anche in fiera quell’approfondimento che un tempo avveniva solo in galleria.
Quest’anno sono annunciate molte installazioni e sculture, sia di piccolo che di grande formato, spettacolari o minimal. Anthony Gormley sarà presente con Construct VI, una scultura-profilo di griglia metallica del 2011 alta uno e novantasei (da Continua), Tony Cragg con pezzi imponenti di grande impatto, dal 2006 a oggi (Lisson, Tucci Russo). Accanto a questi classici contemporanei compaiono il designer Ross Lovegrove con i suoi pezzi unici in alluminio (da Cardi Black Box), grandi installazioni architettoniche di Sofia Hultén in acciaio (da Konrad Fischer), e tre metri e mezzo di fusione in alluminio ispirata dal britannico Daniel Silver ai gruppi scultorei dell’antichità (da Suzy Shammah).
Presenze forti anche per fotografia e video, che procedono spesso appaiati: nello stesso stand si vedranno Candice Breitz e Adrian Paci (da Kauffmann Repetto), Julian Rosefeldt e i Masbedo (da Marco Noire). Carlo Mollino si troverà vicino a Helmut Newton (Photology) e le immagini di interni con sculture di George Rousse dialogheranno con i panorami naturali fotografati da Thomas Wrede (Photo and Contemporary). Serie inedite, lavori nuovi o poco visti portano a Torino la produzione più recente di fotografi di tutto il mondo: scatti realistici di Wolfgang Tillmans da Sales, immagini di installazioni architettoniche di Armin Linke da Vistamare, i giochi fotografici di Dove Allouche, tra nitidezza contemporanea e patina del tempo, da Gaudel de Stampa, i video (e i loro still) dell’israeliana Sigalit Landau da Kamel Mennour, e Thomas Struth da Monica De Cardenas, con gli inediti della nuovissima serie dedicata ai luoghi della tecnologia.
Per quanto riguarda la pittura contemporanea, ad Artissima compaiono sia tra i giovani che tra i big autori di grande qualità e risonanza: da David Tremlett (da Artiaco e Bonomo) all’ex Neo Geo Ashley Bickerton, dal giovane Romeno Adrian Ghenie (da Tim van Laere) al quarantenne Jason Martin (da Lisson), che in pochi anni ha visto moltiplicarsi le sue quotazioni, al giovane Rob Sherwood (da Federica Schiavo) che si sta facendo notare con i suoi dipinti in cui la pennellata improvvisamente si codifica in pixel colorati.
Concettualmente e visivamente sostanziosi quanto i dipinti sono anche alcuni dei disegni in mostra, come i collages con inchiostro su carta nepalese di Kiki Smith (da Raffaella Cortese), e le opere sia figurative che astratte di artisti che provengono da ambiti diversi: come i disegni di Richard Serra (da Carreras Mugica), gli interventi pittorici su stampe fotografiche di Tony Oursler (da Steinek).
Sul versante del concettuale sono presenti sperimentatori come l’inglese Martin Creed (da Alberto Peola) e il cubano Wilfredo Prieto (da Nogueras Blanchard). La ricerca sulle nuove generazioni di artisti italiani arriva in fiera con i lavori di Debora Ligorio e Gabriele Picco (da Francesca Minini), una personale di Francesco Arena (da Monitor), lavori di Paolo Chiasera (da Massimo Minini) e di Luca Trevisani (da Pinksummer).
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Hanno meno di cinque anni di vita, e sono l’occhio aperto di Artissima sulla creatività ultracontemporanea, le 25 gallerie provenienti da 11 Paesi che entrano in fiera per la prima volta (una di loro vincerà il Premio Guido Carbone per la ricerca e promozione di giovani artisti). Due gli stand italiani: Laveronica di Modica e Collicaligreggi di Catania, che porta i lavori dipinti e interrogativi del giovane portoghese Hugo Canoilas. Tra le proposte delle gallerie straniere, interessanti le installazioni sognanti di Astrid Svangren (da Christian Andersen). Le piccole gouaches di Brian Moran (da Gregor Staiger), le immagini del Pakistan contemporaneo di Ayesha Jatoi (da Grey Noise), i video di Elizabeth Price (da Mot International). Anche in questa sezione, la varietà dei mezzi espressivi è ampia. Così come quella dei prezzi: affari in vista per chi vuole puntare sui giovani.
Back to the Future
Hanno lavorato tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. In qualche caso, sono ancora attivi oggi. Meritano un’attenzione speciale perché sono vicini per spirito e sperimentazioni artistiche agli sviluppi più attuali dell’arte. I 20 artisti selezionati per questa sezione vengono da 7 Paesi diversi e sono protagonisti di mostre personali: negli stand contraddistinti dal colore grigio si trovano personaggi come Tomaso Binga (1941), alter ego maschile della poetessa e performer Bianca Menna (da Wunderkammern), Giorgio Ciam (1941-96) con le sue “sculture-ambiente” (da Mummery + Schelle), il newyorchese Gary Kuehn con le sue geometrie poetiche (da Häusler), la body artist Kett La Rocca (1938-76, da Martano), la pittrice Giosetta Fioroni (1932, da Vava), lo scultore, performer e pittore scozzese Bruce McLean (1944, da Tanya Leighton), la fotografa e performer polacca Natalia LL (1937, da upp), la sperimentatrice del colore Renata Boero (1936, da Cardelli & Fontana). Si fanno notare la forte presenza femminile, l’impegno sociale e politico, e la pratica – comune a molti – della poesia, della scrittura, del teatro.
Present Future
Raggruppata in un’unica fascia della fiera a sinistra della “navata” centrale dell’Oval, questa è la porzione di Artissima che più profuma di nuovo, e di sperimentale. Al punto che molti lavori vengono ultimati poche ore prima dell’apertura. Gli autori, emergenti internazionali, puntano molto sull’installazione e sul concettuale, e vale sempre la pena approfondire il senso dell’opera con i galleristi, perché c’è tanto da scoprire.
Tra i 16 artisti invitati da un comitato curatoriale, e candidati al Premio Illy, ci sono lo scultore ventiseienne milanese Lupo Borgonovo (da Fluxia), la tedesca Katinka Bock con grandi installazioni ambientali (da Jocelyn Wolff), il francese Yann Séreandour che integra libri con interventi figurativi (da gb agency), l’olandese Rob Johannesma (da Roma Publications), il “cinema da camera” del gruppo Zapruder (da caterina Tognon) e anche un pittore in emersione rapida: il ventisettenne tedesco Waldemar Zimbelmann (da Meyer Riegger).
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