
Sistema delle fiere, Regione al bivio
Il sistema fieristico si appresta a cambiare volto. Uno studio di fattibilità commissionato dalla Giunta regionale alla società Deloitte Consultung mette in luce due scenari possibili di sviluppo. Il primo, realizzabile nel breve periodo, prevede di ammodernare e ottimizzare le strutture già esistenti, migliorandone le modalità d’accesso e ottimizzando tempi e fruizione degli eventi. Il secondo ipotizza domanda e offerta diverse da quelle attuali e comporta interventi infrastrutturali e urbanistici volti alla realizzazione di un nuovo grande “quartiere fieristico”, puntando anche sulla diffusione sul territorio di strutture di accoglienza per visitatori ed espositori italiani ed esteri. Toccherà alla Regione decidere per quale delle due soluzioni optare. In entrambi i casi, spiegano gli esperti di Deloitte Consulting, si dovranno comunque avviare interventi infrastrutturali, azioni a favore delle Pmi, per la sicurezza sociale e per la valorizzazione delle risorse umane.
Llo studio di Deloitte consulting è illustrato in settimana dall’assessore alle Attività produttive, Gianfranco Alois, ai rappresentanti di Camere di commercio, Mostra d’Oltremare, Province, Comuni capoluogo, delle associazioni sindacali e imprenditoriali. L’indagine, condotta da Roberto Giovannini e coordinata da Mariano Bruno e Giulio Grimaldi (tutti e tre del team Deloitte Consulting), con la collaborazione dell’Assessorato regionale alle Attività produttive, sarà la base per la stesura di un disegno di legge di razionalizzazione del settore. Lo Studio di Fattibilità nasce dall’esigenza manifestata da Palazzo Santa Lucia di identificare le migliori soluzioni possibili per promuovere e riqualificare il sistema fieristico campano in un’ottica di marketing e sviluppo del territorio. Il sistema fieristico campano può contare attualmente su sei quartieri fieristici (Mostra D’Oltremare, Città della Scienza, Tarì, Vesuvio Expò, Centro espositivo artigianale, Quartiere fieristico di Calitri), più uno in fase di realizzazione (Fiera di Salerno). Per gli esperti di Deloitte Consulting, il sistema regionale delle fiere sconta però un limitato livello di specializzazione, un elevata rigidità, alta eterogeneità e, soprattutto la mancanza di una strategia comune. Stando così le cose, lo studio individua due possibili linee di sviluppo (vedere tabella in alto): – uno scenario a carattere intra-regionale e/o multiregionale (definito “fast”) che mantiene la struttura di offerta e domanda oggi esistente, ottimizzando le attuali strutture fieristiche; – uno scenario a carattere nazionale e/o internazionale (definito”slow”) caratterizzato da una struttura di offerta e domanda diversa da quella attuale. In questo secondo caso andrebbero realizzare interventi infrastrutturali ed urbanistici volti alla realizzazione di un nuovo grande “quartiere fieristico” favorendo la diffusione nel territorio delle strutture di accoglienza per i visitatori ed espositori sia italiani che esteri. Diverse le strade, diversi gli approdi: nel primo caso, l’opportunità per la Campania sarebbe quella di assumere un ruolo importante nell’ambito degli eventi fieristici specializzati e di “nicchia”, soprattutto in settori strategici. Nel secondo caso, l’obiettivo sarebbe divenire il punto di riferimento degli eventi fieristici del mediterraneo. Entrambe le ipotesi proposte necessitano, comunque, di interventi infrastrutturali come: azioni a favore delle Pmi, interventi di sicurezza e coesione sociale e interventi di valorizzazione delle risorse umane.