
Si cercano a Verona le risposte del settore
Un punto d’incontro. È la definizione più ricorrente tra gli addetti ai lavori per Marmomacc, la mostra internazionale di marmi, pietre, design e tecnologie, al via a Verona dal 30 settembre al 3 ottobre. «Ci serve soprattutto per aver il polso della situazione» spiega Cesare Bellamoni, numero uno dell’omonima impresa di granulati e past presidente di Confindustria Marmo. «Finita la fiera – continua – sappiamo sempre come guardare al mercato: se con più ottimismo o con rassegnazione».
La 44ª edizione della manifestazione diventa quindi cruciale per un mercato che paga con un significativo rallentamento del settore le difficoltà dello scenario economico globale. Eppure i numeri annunciati da Veronafiere mostrano una sostanziale tenuta delle presenze: gli espositori sono quasi 1.500 (tra il 3% e il 4% in meno rispetto al 2008) di cui il 49% provenienti dall’estero in rappresentanza di 54 paesi distribuiti su una superficie netta di oltre 75mila metri quadrati (come lo scorso anno).
Oltre all’esposizione di macchine e tecnologie, di utensili e prodotti chimici, grande spazio è dedicato al design e ad eventi culturali. Una scelta ormai ricorrente, ma legata anche al fatto che a tenere sul mercato sono proprio i prodotti più lavorati: «A soffrire – dice Bellamoli – sono soprattutto i prodotti più grezzi. I tagli più semplici che possono essere fatti con facilità nei paesi d’origine come India e Brasile. Credo che ormai si tratti di lavorazioni destinate a sparire dalle nostre imprese».
Anche per questo all’interno di Marmomacc saranno organizzati corsi e progetti formativi «di alto livello» sull’utilizzo della pietra nelle costruzioni. Tra questi il Designing with natural stone, rivolto ai progettisti provenienti da Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Sudafrica, India, Australia, Singapore e Vietnam, che prevede lezioni a Verona, direttamente in fiera, oltre alla visita ad aziende e cave venete.
I partecipanti seguiranno, inoltre, una serie di lezioni sulla sostenibilità della pietra in architettura. Insomma l’intenzione è di spostare verso l’alto l’asticella della qualità per difendere il valore aggiunto garantito dal made in Italy.
Previsti anche una serie di incontri con buyer qualificati nella speranza di leggere qualche segnale di recupero: «Qualcosa – incalza Bellamoli – inizia a vedersi, soprattutto dagli Stati Uniti. A luglio abbiamo recuperato qualcosa. C’è la sensazione che il fondo sia stato toccato e sia ripartita una lenta risalita. Vedremo dopo Marmomacc».
Di recente la manifestazione scaligera ha rafforzato la partnership con StonExpo di Las Vegas, la principale fiera del Nord America, con lo scopo di lavorare insieme per individuare paesi e regioni interessati ad acquistare pietra e macchinari italiani: dall’area del Maghreb al Medio Oriente fino all’Europa dell’est.
G. Bal.
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