
«Sarà dura far quadrare i conti»
«Sarà dura risistemare fatturato e conto economico». Parlando di Villa Erba e delle conseguenze dell’annunciato trasloco a Milano, previsto dal 2005, di tre fiere tessili (tutto ciò a significare oltre un milione di euro l’anno in meno di entrate per la struttura espositiva comasca) Alessandro Tessuto non usa mezzi termini. «Sarà davvero dura – ribadisce – per Villa Erba dal punto di vista della quadratura dei conti e dei bilanci, ma non soltanto». Mentre prende forma la grande fiera unica dei tessuti made in Italy, che dovrebbe debuttare già nella prossima primavera, in riva al Lario si avvia così la conta dei probabili danni. Shirt Avenue, Ideabiella e Ideacomo – due manifestazioni ciascuna ogni anno, sei saloni in tutto – cancellate dall’elenco eventi di Villa Erba. Tutte e tre a Milano. «Volevamo fare del Lario il ‘polo del lusso’ dei tessuti italiani – prosegue Alessandro Tessuto, imprenditore di spicco del distretto, oltre che assessore provinciale alle Politiche attive del lavoro e presidente del Tessile di Como – e invece il mondo ci ha obbligato a scelte diverse, a situazioni differenti». L’accorpamento dei saloni di settore in un’unica manifestazione, appunto a Fiera Milano, è dettato da logiche di mercato precise e inderogabili. I clienti e i buyer si spostano con meno voglia, disertano qualche appuntamento, comprano poco. Una fiera unica dovrebbe invogliarli, facilitare contatti e contratti. Tutto vero, tutto giusto. E lo sa bene anche Tessuto. Peccato che a farne le spese sia il territorio comasco e, nello specifico, il polo espositivo di Cernobbio. Ma si poteva fare qualcosa per evitare questa situazione’ «Non so se vi erano alternative possibili – è la risposta di Tessuto alla domanda – Probabilmente no. Il mondo della moda è cambiato e la situazione di mercato richiede scelte nette, anche se difficili. Come quella della fiera unica, appunto. Certo è, però, che ci si è accorti troppo tardi, come distretto e come territorio comasco, della situazione. Ed è anche vero che non sapremo mai come sarebbero andate le cose se, tre anni fa, avessimo intrapreso con decisione la strada dell’ampliamento del polo fieristico di Cernobbio». Alessandro Tessuto ripropone una questione di estrema attualità: l’aumento degli spazi espositivi di Villa Erba, di cui si parla tanto da anni ma senza decisioni concrete, avrebbe cambiato qualche cosa rispetto all’evoluzione attuale della situazione fieristica del comparto’ «Non lo sapremo mai – ribadisce l’imprenditore – Certo è che qualcosa si poteva tentare. Non l’abbiamo saputo fare e così non siamo stati in grado di offrire a Ideabiella e a Shirt Avenue la possibilità di restare qui, a Villa Erba, insieme nelle stesse date, mantenendo le basi per un ruolo sempre importante di Villa Erba nel panorama espositivo tessile nazionale». Colpe Tessuto non ne attribuisce in dettaglio, anche se conclude riconoscendo che si è trattata di «una lentezza diffusa dell’intero sistema politico locale». «I soci pubblici di Villa Erba proprietari della struttura immobiliare – aggiunge l’imprenditore lariano – dovevano deliberare un “sì” netto all’ampliamento, sulla base del quale tentare di costruire un diverso assetto delle fiere». Non è stato fatto e per Villa Erba è il momento di contare i danni: minori entrate, meno prestigio, meno visibilità. E per quella che doveva essere la sede delle fiere del lusso, anche in attesa di verificare contabilmente le conseguenze, è già una situazione pesantissima.