
Sagis, soci di Capitale
IMOLA – Dunque, a mettere avanti le mani per primo è stato il tandem italo francese: Padova Fiere e Gl Events. Bella coppia, solidissima. Poi è arrivata l’altra corazzata. Ma dall’identità a singhiozzo. Nel senso che i pezzi di quella che dovrebbe essere l’altra cordata in lizza per entrare all’Enzo e Dino Ferrari spuntano così, un po’ alla volta, tra i si dice e anche i si vede. Come l’ultimo nome: quello dell’ex deputato liberale, sottosegretario nel governo Ciampi, Antonio Patuelli. Che, si sa, da anni sta alla guida della Cassa di Risparmio di Ravenna. Nei giorni scorsi il numero uno della Cassa avrebbe infatti incontrato il presidente di Sagis, Federico Bendinelli. Dove? O in via Rosselli o magari in pieno centro, nella sede della Banca di Imola, l’istituto acquistato proprio dalla Cassa nel ’96 attraverso la società finanziaria So.Fi.Ba.R.. Ed ecco rispuntare le banche di cui si era parlato anche nei giorni scorsi. In questo caso voci non confermate di un interessamento da parte della Fondazione Carisbo di Bologna e Fondazione del Monte di Bologna.Ma in questo Gran Prix di indiscrezioni si è fatto il nome anche di Assicoop, la società specializzata nel campo assicurativo, bancario e della previdenza integrativa collegata a Legacoop e Unipol. D’altra parte anche il nome del gruppo assicurativo bolognese, dove il vicepresidente è l’imolese Vanes Galanti, era emerso nei giorni scorsi. Abbinato nientemeno al patron del Bologna calcio, Alfredo Cazzola. Che prima del pallone ha altri “interessi”. E’ mister Motor Show, l’evento automobilistico per eccellenza che Cazzola organizza attraverso la sua società specializzata in eventi fieristici, la Promotor International. Una spa che con Unipol e con le due Fondazioni bancarie è già in rapporti. Tutte e quattro figurano infatti nella lista dei soci di Bologna Fiere a partire dal febbraio 2004 quando si concluse l’aumento di capitale dell’ente trasformandolo nella prima fiera italiana a maggioranza privata. La Promotor acquisì il 5%, la Fondazione Carisbo l’1,8 Unipol (assieme a Camst e Fibo) il 2,4. La Fondazione del Monte in questo caso è rappresentata attraverso Carimonte holding (2,8%). Fu un’operazione alla quale, va detto, partecipò anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola con uno sforzo di 700mila euro che garantì lo 0,6%.Dunque, banche, fondazioni e assicurazioni. Con l’appoggio di Cazzola.La concorrenza, si diceva, è però agguerrita. Padova Fiere e la transalpina Gl Events. L’ente veneto, che ha già collaborato con Sagis anche in occasione dell’ultimo Gp, ha chiuso il bilancio dello scorso anno con un fatturato di 18 milioni di euro e un utile netto di poco più di 4 milioni e mezzo. Numeri che si moltiplicano sui libri francesi. La Gl Events, che già possiede una partecipazione in Padova Fiere, è effettivamente un colosso nell’organizzazione di eventi. Bastano un paio di esempi: Roland Garros e Parigi-Dakar. Uffici internazionali sparsi qua e là e un fatturato certificato di 355 milioni.Nessuna delle due cordate, a quanto pare, avrebbe problemi di liquidità anche se in primavera i protagonisti di questa galoppata preferirono non sbilanciarsi nell’asta pubblica bandita dall’Automobil club di Bologna per l’ingresso in Sagis che infatti andò deserta. Il bando redatto dall’Area-group di Bologna era effettivamente troppo scivoloso. Chi avesse voluto entrare in Sagis avrebbe dovuto staccare subito un assegno da 175mila euro per assicurasi il 49% della società (calcolato sul valore nominale delle singole azioni). Poi altri due milioni e in un terzo tempo, ma solo con il consenso del Comune di Imola (proprietario dell’impianto) un altro assegno indispensabile per salire al 51%, arrivando così a un esborso totale di 5 milioni.L’operazione fu considerata rischiosa proprio in virtù di quella clausola che sottoponeva i nuovi entrati al giudizio di piazza Matteotti. Ma anche per via della convenzione tra Comune e Sagis, giudicata troppo corta per garantire l’ammortamento dell’investimento.Al momento la gara è tra questi potenziali investitori anche se, nei giorni scorsi, pare se ne sia aggiunto, in corsa, un terzo. Un gruppo del nord che non avrebbe comunque partecipato all’asta iniziale come gli altri.Di sicuro c’è un solo dato: che la vendita della maggioranza di Sagis dovrà chiudersi entro l’estate. Dietro l’angolo ci sono infatti i lavori di ristrutturazione dell’autodromo che devono partire assolutamente dopo la bandiera a scacchi della Superbike. I tempi sono questi. E il cronometro corre.