
Roma pronta al debutto: inaugurazione il 21 aprile
Conto alla rovescia per la nuova Fiera di Roma. Mentre la prima manifestazione, Orocapital, si terrà dal 22 settembre 2006 i primi cinque padiglioni saranno inaugurati in una data simbolica, il 2759° natale della capitale, il 21 aprile 2006.
Il piano strategico punta alla vendita di circa 300mila metri quadrati nel 2007 con una trentina di manifestazioni e l’amministratore delegato di Fiera di Roma Srl, Marco Sogaro, ha anticipato i settori considerati come strategici per la nuova struttura: il turismo, l’alimentare, l’edilizia, la cultura e gli eventi per la pubblica amministrazione.
Per lui la nuova Fiera «sarà un successo. Roma è una location importante, dove c’è un sistema coeso che ha accompagnato lo sviluppo di un progetto inseguito da anni. Quando parlo di sistema mi riferisco sia alle istituzioni locali, Comune e Provincia di Roma, Regione Lazio, ma anche alle organizzazioni di categoria, ai sindacati che vedono una crescita di occupati e un’espansione dell’indotto».
L’investimento complessivo sarà di 355 milioni di euro, assistito da linee di credito concesse dal gruppo Capitalia e secondo le stime del Censis a regime il fatturato diretto e indiretto sarà di 7/800 milioni di euro l’anno. Sogaro è amministratore delegato della società dallo scorso settembre e ha ricevuto sia l’incarico di gestire il quartiere fieristico in via d’ultimazione sia di portare alla conclusione le attività del complesso espositivo attivo dal 1953 lungo la Cristoforo Colombo. Per Fiera di Roma, Sogaro nega il perseguimento di alleanze strategiche con le altre piazze italiane, preferendo puntare «ad accordi su singoli settori, come per il turismo con la Fiera di Rimini. Si è parlato impropriamente di un’alleanza a tutto campo. Costruiremo insieme nel primo semestre 2007 una fiera che punterà sull’innovazione di prodotto, soprattutto sugli itinerari turistici, che proporrà soprattutto operatori che agiscono su questo segmento di mercato e guarderemo anche a nuovi mercati geografici, come il Medio Oriente ed il Mediterraneo. Sia per questo, sia per la scansione temporale degli eventi non saremo in concorrenza con la Fiera di Milano».
E sull’alimentare nega la concorrenza con Parma: «Realizzeremo una fiera business to business con degli eventi legati alla città di Roma, aperti a tutti. E cercheremo sbocchi in Oriente. La prima grande manifestazione business to consumer sarà a dicembre Arti & Mestieri». La diversificazione punterà anche sull’edilizia. Due i segmenti individuati: materiali e impiantistica. Il primo è interessato dall’approvazione del nuovo Piano regolatore e il secondo dalle modifiche al regolamento edilizio della capitale, che incentiveranno gli impianti fotovoltaici.
Per quattro anni dal 2001 Sogaro è stato direttore generale della Fiera di Milano, di cui ha seguito anche l’avvio del nuovo quartiere fieristico e per fargli accettare l’incarico è stato determinante il progetto dell’architetto Valle: «Saremo l’unico quartiere fieristico monoplanare. La presenza di più padiglioni di diverse dimensioni ci permetterà di ospitare grandi manifestazioni accanto a eventi di nicchia. La passerella di 2 chilometri regolerà il flusso di visitatori: un tipo di struttura che permetterà l’ampliamento del Forum P.A., più ampio e affiancato da eventi collaterali e che consentirà l’avvio di diverse manifestazioni legate al settore della cultura. A Roma c’è una forte domanda in questo settore». A incoraggiarlo l’esperienza delle diverse fiere editoriali tenutesi nel 2005 con un grande successo di pubblico. E nei prossimi anni potrebbe esserci l’ingresso anche nel settore tecnologico. Nel Rapporto sull’economia romana, presentato nel dicembre 2005 dall’assessorato all’Economia del Campidoglio, c’è un indagine sul settore, che indica il «fenomeno congressuale come un segmento a elevato valore aggiunto (…) con una consistente domanda potenziale». Il rapporto cita i dati dell’Aefi, secondo i quali nel 2003 a Roma ci sono stati 45.835 turisti attratti dalle fiere, con appena l’8% di presenze internazionali. Poco più di un decimo rispetto ai 4.981.500 di Milano e meno anche di Bologna (1.823.900 visitatori nel 2003). E per il quarantacinquenne ingegnere veneziano lo spazio c’è «perché il centro Italia soffre di carenze infrastrutturali. Vogliamo operare in sintonia con gli altri operatori ma la capitale dovrà essere sempre più una vetrina internazionale. Se cresce il settore fieristico c’è più spazio per tutti e le fiere del Nord Italia hanno un baricentro diverso dal nostro. Potremmo arrivare anche a un accordo con la Fiera di Milano ma dovrà essere d’interesse per entrambi». A differenza di Milano sembra lontana la quotazione in Borsa a breve. Per il manager «non ci saranno i tempi tecnici prima di cinque anni».
Marco Laudonio