Rassegna stampa

«Rivolteremo la Fiera come un calzino»

BEGIN FIRMA -> Marino Smiderle O primi, o niente. Il piano industriale della Fiera di Vicenza per gli anni a venire si può riassumere in questo slogan. Perché il presidente, Dino Menarin, e il direttore generale, Maurizio Castro, si sono messi in testa di fare la rivoluzione, con il beneplacito dei soci pubblici e delle categorie economiche. Sissignori, la Fiera sarà rivoltata come un calzino e VicenzaOro Autumn, che apre i battenti oggi, non sarà che l’aperitivo della nuova era che si annuncia scintillante. Scintillante come l’oro, scelto come core business distintivo, sulla scia della tradizione vicentina che dovrà essere trasformata in brand di eccellenza da esportare anche in altre piazze italiane e internazionali. «O primi o anche secondi – corregge il tiro Castro -. L’importante è uscire dalle mezze misure e di competere per la leadership assoluta a livello mondiale. Le rassegne che saranno ospitate dalla Fiera di Vicenza, o che saranno esportate in altre sedi prestigiose, dovranno essere riconoscibili quali appuntamenti imperdibili nei calendari internazionali. Un esempio per tutti, previsto per la primavera prossima: organizzeremo a Milano un appuntamento d’eccellenza, sempre settore oro e gioielli, riservato agli 80 produttori più importanti e destinato ai 300 migliori buyers. Un appuntamento che viene subito dopo i grandi appuntamenti della stagione del fashion milanese e subito prima della fiera di Basilea, con cui vogliamo confrontarci». Menarin ascolta il direttore generale e pensa agli investimenti che il nuovo piano industriale ha stanziato solo per questo progetto: 11 milioni di euro in tre anni, mica bruscolini. «E poi abbiamo anche sciolto i dubbi circa la sistemazione della sede – ricorda il presidente – optando più per una ristrutturazione qualitativa che a un ampliamento quantitativo. Il tutto all’interno di un piano industriale ambizioso, nella speranza di non avere aspettato troppo per puntare tutte le nostre fiches sull’oro: la Fiera di Vicenza vuole diventare la prima al mondo in quello che ritiene il suo settore distintivo. E, considerate le scelte che abbiamo fatto, il polo fieristico veneto di cui si era parlato perde un po’ di attualità». «In passato – osserva Castro – si era discusso su due possibilità alternative: puntare tutto sull’oro o battere la strada della fiera generalista. La nostra scelta è stata netta verso la prima ipotesi, quella cioè di spostarsi nella nicchia di specializzazione legata al settore orafo. La filosofia, se vogliamo allargare un po’ il concetto, è quella del lusso e in questo quadro va visto lo scambio che abbiamo fatto con Verona, cui abbiamo ceduto la manifestazione del vino novello per ospitare la rassegna Luxury and Yacht». Tra le novità che finiranno nel calendario delle esposizioni, va registrata l’idea di mettere in cantiere un emporio del trendy d’alto livello, un’esposizione di opere frutto della fantasia e dell’innovazione partorite dalle menti degli artisti più originali. «Una sorta di Bread and Butter – spiega Castro – che potrebbe essere tenuta proprio a Barcellona, o in un’altra città europea. A Vicenza sarà invece realizzato un laboratorio dell’innovazione, affidato alla maestria di Aldo Cibic, storico partner di Sottsass». Quanto al resto delle rassegne, Vicenza conferma per il 2008 l’intero bouquet di quest’anno, con lo scambio vino-yacht di cui si diceva. Con la differenza che i singoli appuntamenti dell’oro saranno differenziati nettamente per evitare di riprodurre appuntamenti fotocopia. «Eravamo arrivati al punto – dice Castro – di tenere 18 giorni all’anno di fiera dell’oro, senza distinzione l’una dall’altra. D’ora in poi cercheremo di caratterizzarci in maniera marcata». Certo, l’idea di investire tutto nell’oro in un momento in cui l’oro (e sono anni, per la verità) sta mietendo vittime tra le aziende vicentine, può sembrare un azzardo. «Ma in realtà – osserva Menarin – l’oro e i gioielli, a livello globale, hanno avuto una crescita costante. Per quanto riguarda Vicenza, sono convinto che il patrimonio di esperienze imprenditoriali consentirà, brand o non brand, di superare questa fase negativa. Speriamo, come fiera, di non essere partiti troppo tardi con questa iniezione di fiducia e di risorse». «Ma avete visto cosa sta succedendo nel mercato? – conclude Castro -. Mariella Burani sta facendo shopping, altri la imitano. Ne vedremo delle belle».marino.smiderle@ilgiornaledivicenza.it END FIRMA ->

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