
Riva Fierecongressi all’assalto dell’Oriente
Tra i paesi emergenti nel settore della calzatura l’India sta cercando di costruire accanto alle fabbriche anche un sistema di mercato: l’incontro produttori-venditori ad Expo Schuh può servire da modello RIVA. L’edizione appena conclusa di Expo Riva Schuh ha confermato la tendenza all’internazionalizzazione del mercato delle calzature: ossia l’irrompere nel segmento di volume che interessa la fiera rivana di nuovi competitori – Cina in testa come un rullo compressore, poi India e Brasile più equilibrati. Il neopresidente di Riva Fierecongressi, Roberto Pellegrini, ha affermato che per non essere spazzati via dalla concorrenza l’imperativo è uno solo: «crescere, crescere e ancora crescere». Illustrando i contenuti di questa crescita obbligata, il presidente indica gli indirizzi della politica del consiglio di amministrazione appena insediato (e segnala quanto sono lontani i tempi in cui le poltrone delle società partecipate entravano nelle trattative per la formazione delle giunte per una spartizione che manteneva gli equilibri giocando sui posti del sottogoverno) La fiera rivana -a differenza di quella di Düsseldorf che pure può contare su una disponibilità di soldi pressochè illimitata- è in piena salute: lo conferma la soddisfazione esplicita dei venditori che, concludendo autentiche valanghe di affari, sgomitano per esserci. A Riva vengono esposti i modelli di produttori di tutto il mondo, compresi i paesi emergenti, mentre gli acquirenti sono per la massima parte le grandi catene di negozi dell’Europa del Nord Est. Per cercar di soddisfarne qualcuno in più c’è bisogno di ulteriore spazio: Fierecongressi prevede di arrivare in un futuro abbastanza prossimo a 40-45.000 mila metri quadri espositivi, rispetto di 32 mila attuali. Di più non è possibile per considerazioni ambientali (l’Alto Garda costituisce un paradiso) e per compatibilità col sistema ricettivo (alberghi, ristoranti, trasporti) che già oggi scricchiola. Però c’è una seconda maniera di espandersi: infatti gli stessi produttori che vengono a vendere a Riva hanno sollecitato da Fierecongressi l’esportazione dell’organizzazione altogardesana: la fiera di febbraio a Dubai ed una possibile ulteriore presenza a Nuova Delhi -su cui sono in corso trattative che coinvolgono in ministero del commercio estero indiano- ne sono gli esempi. La crescita delle economie dei paesi dell’Asia meridionale sta creando mercati di miliardi di persone anche per le scarpe: se i cinesi per ora sono interessati solo a collaborazioni nel settore produttivo, gli indiani e gli altri mediorientali, più aperti agli stimoli dell’Occidente e meno intruppati politicamente, cercano anche di mettere in piedi reti di vendita, ed hanno quindi bisogno di appropriarsi dei meccanismi che accompagnano la scarpa nel viaggio che comincia dalla fabbrica e termina ai piedi di chi le usa, scorrendo lungo i canali della distribuzione. Questo è il settore in cui l’organizzazione rivana sta cercando di infilarsi, utilizzando rapporti nati e cresciuti alla Baltera. L’intrecciarsi di questi rapporti si riflette sull’evento locale ed offre, attraverso la crescita degli espositori che bussano agli stand rivani, la possibilità di selezionare i più affidabili e di radicare ancor più la fiera alla sua sede attuale.