Rassegna stampa

Rimini Fiera, pronti a entrare 19 nuovi soci

RIMINI *c Si conclude positivamente la prima fase della privatizzazione di Rimini Fiera. Nella compagine sociale sono pronti a entrare 19 nuovi soci che hanno sottoscritto l’offerta vincolante per partecipare all’aumento di capitale, pari al 18,66%, per un controvalore di 26 milioni di euro.
«Abbiamo quasi raggiunto la quota massima che avevamo reso disponibile per il mercato, cioè il 20% – commenta Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera – La nostra offerta ha interessato i privati e la tipologia delle imprese presenti tra i nuovi soci è quella auspicata. Ci sono partner finanziari e partner industriali di rilievo, insieme alle associazioni di categoria dei diversi settori produttivi del territorio riminese».

Nell’elenco dei nuovi partner figurano noti imprenditori bolognesi come Giorgio Seragnoli, tramite la finanziaria Gps, e Alfredo Cazzola, presidente di Promotor International e patron del Motor Show, che porterà in dote più intensi rapporti con il Lingotto di Torino e la Fiera di Roma. Significativa la presenza di Impregilo, che ha edificato il nuovo quartiere fieristico riminese, di Fin Opi, del gruppo SanpaoloImi, della Camst, partner di Rimini Fiera nel settore della ristorazione, e di Tts, azienda veneta che opera nel settore della logistica. Tra le associazioni nazionali vi è Acimac, che rappresenta le imprese italiane che producono macchine per ceramica, partner di Rimini Fiera nella realizzazione di Tecnargilla. Infine quasi tutte le categorie produttive riminesi, Assindustria, Api, Lega Coop, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Compagnia delle Opere e gli albergatori dell’Aia.
Il via libero definitivo all’operazione arriverà dall’assemblea degli attuali soci, che si svolgerà entro fine marzo, ma è scontato il voto favorevole all’ingresso dei partner privati. «Questa è la prima fase di un percorso che nei prossimi due anni e mezzo, compatibilmente con le condizioni di mercato, porterà Rimini Fiera a Piazza Affari», afferma Cagnoni. Entro il 2006, infatti, è previsto che gli attuali azionisti pubblici mettano a disposizione del mercato, con l’ingresso in Borsa, un’ulteriore parte delle loro quote.
I proventi raccolti in questa prima fase della privatizzazione contribuiranno a finanziare il programma di investimenti in atto. Sono in costruzione due nuovi padiglioni espositivi che si aggiungeranno agli otto già in attività. Buone le previsioni per l’anno in corso: il fatturato consolidato, dovrebbe passare dai 53 milioni di euro del 2003 ai 65 del 2004.

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