
Rimini e Bologna in gara per la Fiera di Belgrado
Emilio Bonicelli
BOLOGNA
Prove d’intesa tra la Fiera di Bologna e quella di Rimini che insieme vogliono acquisire il quartiere fieristico di Belgrado. L’annuncio del possibile accordo viene dato dai presidenti degli enti espositivi emiliani, Luca di Montezemolo e Lorenzo Cagnoni.
A inizio marzo uscirà il bando per la vendita del 70% del capitale del quartiere della città serba. Se vi saranno le condizioni, secondo Cagnoni, è certo al 90% che Bologna e Rimini parteciperanno insieme alla gara con buone probabilità di successo. La Fiera di Belgrado, che muove un giro di affari di circa 16 milioni di euro e dispone di un’area «centralissima» di 230mila metri quadrati, sta cercando partner strategici «interessati non al business immobiliare, ma allo sviluppo del quartiere espositivo».
Insieme i due enti emiliani potrebbero portare in questa «piattaforma strategica per la penetrazione verso i Balcani e l’Europa dell’Est», la «replica» delle manifestazioni di maggior successo già sperimentate in Italia. Ma i passi comuni verso i mercati stranieri non si fermano a Belgrado. Già sono in corso sondaggi per la costruzione di un nuovo quartiere espositivo in India. Un investimento rilevante che i singoli enti non potrebbero realizzare da soli, ma che insieme diventa possibile.
Mentre si uniscono le forze per crescere all’estero, Rimini e Bologna continuano a lavorare sul piano industriale in vista di una più stretta integrazione anche in Italia. Senza fretta, ma con l’obiettivo di giungere a decisioni operative entro l’estate.
L’incontro tra i due presidenti, avvenuto ieri a Bologna, è una tappa importante in questa direzione. Insieme i poli fieristici metterebbero in campo una forza capace di contrastare la crescente competizione che viene dalla Fiera di Milano. La superficie espositiva comune è infatti superiore ai 310mila metri quadrati, il giro di affari complessivo è di 225 milioni, la redditività è da record nel settore fieristico nazionale con 50milioni di margine operativo lordo.
Secondo Montezemolo la verifica in corso ha fatto emergere «molti temi di interesse comune». Si stanno cercando «ipotesi realistiche che portino a entrambe le società coinvolte non solo vantaggi economici ma anche opportunità di sviluppo». «Non abbiamo la pistola puntata per decidere subito, ma i tempi non devono essere troppo lunghi». Secondo Cagnoni il percorso è complesso, ma, se si giungerà all’alleanza industriale, ci si troverà di fronte al primo caso al mondo di due quartieri espositivi che uniscono le forze per competere.
L’amministratore delegato di Bologna Fiere, Michele Porcelli, presente all’incontro, coglie l’occasione per una rivincita verso Federlegno che ha trasferito a Milano il Saie Due ampliato e diventato Made Expo: «Ho visto i dati e ho constatato che la percentuale di visitatori stranieri a Milano è stata inferiore a quella registrata dal Saie Due a Bologna». Intanto, conclude Porcelli, procede la causa civile contro Federlegno, che scegliendo Milano ha rotto un contratto destinato a durare sino al 2010, con l’obiettivo di ottenere un «rilevante risarcimento».
emilio.bonicelli@ilsole24ore.com