Rassegna stampa

Rimini chiama Bologna: «L’alleanza è strategica»

Giorgio Costa

RIMINI

«Preferivo le nozze a maggio ma se anche slittano non ci sono problemi. Resto convinto dell’oggettiva convenienza, perché sono i numeri a dimostrarlo, dell’integrazione tra le Fiere di Rimini e di Bologna e in questa direzione io lavoro».

Il presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni continua a pensare che l’alleanza con Bologna sia strategica e che porti vantaggi a entrambi i soggetti. A partire dai risparmi gestionali. «Uno studio realizzato a Bologna – spiega Cagnoni – ipotizzava risparmi fino a 14 milioni grazie all’integrazione delle strutture. Io credo sia meglio immaginarne anche meno di dieci ma il punto non è questo: ciò che è decisivo è la prospettiva di business che le due fiere insieme possono avere». «Insieme» per Cagnoni significa «integrazione che può diventare anche una fusione senza limitarsi a collaborazioni internazionali che, pure interessanti, mi paiono una visione riduttiva rispetto a quello si potrebbe effettivamente fare».

Intanto a Bologna si stanno studiando le carte e i numeri perché il Cda di stamane, preceduto da una riunione dei soci privati, l’ultimo della gestione Montezemolo-Porcelli, dovrebbe dire una parola chiave sia sui piani di sviluppo della Fiera bolognese – che vede crescere il peso della Fondazione Cassa di risparmio di Bologna guidata da Fabio Roversi Monaco che appena acquisito il 4,45% di quote cedute da Confesercenti – sia sulle prospettive dell’alleanza con Rimini che ha importanti sponsor sia nel presidente della Regione Vasco Errani sia nel sindaco Sergio Cofferati. E, in fatto di numeri, spiega Cagnoni, non si deve solo guardare alla attuale minore redditività (il Mol 2008 di Bologna è stimato vicino a quello di Rimini ma con circa 30 milioni di ricavi in più sotto le Due torri) o al maggiore indebitamento della Fiera di Bologna «ma al momento in cui gli investimenti si trasformeranno in redditività le cose cambieranno».

Molti, nel frattempo, i numeri presentati a Rimini in occasione dell’annuncio del business plan quinquennale (2008–2012) del gruppo. Partendo da una previsione di ricavi di gruppo pari a 99,1 milioni nell’esercizio 2008 (66,5 per la capogruppo Rimini Fiera), il business plan formula un’ipotesi di crescita al 2012 del 42,9% con ricavi consolidati a 141,6 milioni (94,3 per la capogruppo). In termini di redditività il Mol del gruppo salirà, nel 2012, a 40,9 milioni (24,5 nel 2008), un obiettivo che porterebbe la capogruppo al più alto indice di reddività fieristica in Italia (32,2 milioni). Il tutto grazie a un indice di riempimento degli spazi che salirà dall’attuale 9,1 a 11,42 e nel contesto di una situazione debitoria che prevede una posizione finanziaria netta della Spa a fine 2008 di 32,154 milioni di euro e l’estinzione del debito contratto per la costruzione del nuovo quartiere nel 2010 dopo nove anni dall’inaugurazione.

L’INTEGRAZIONE



141,6

I ricavi nel 2012

Il piano quinquennale di Rimini Fiera stima ricavi di gruppo, in milioni di euro in crescita del 42,9% rispetto al 2008

10

I risparmi

Studi tecnici commissionati da Fiera di Bologna stimano tra i 10 e i 14 milioni di euro i risparmi possibili nel caso che le fiere di Rimini e di Bologna andassero verso la fusione

Newsletter