
Ridateci il Petruzzelli
La prima inaugurazione era stata fissata per il 6 dicembre, giorno del patrono, san Nicola. Poi slittò in avanti, ancora in data propiziatoria: 21 marzo, primo giorno di primavera (e compleanno di Bach). Ma sabato prossimo, tutto questo non sarà. Il Petruzzelli di nuovo resterà chiuso. Chiuso alla sua Bari, che tanto fortemente l’ha voluto. Alla città che come poche altre – Milano con la Scala, Venezia La Fenice, Napoli San Carlo, Palermo col Massimo – ha nel teatro il proprio centro: affettivo, culturale, storico.
Ma il Petruzzelli c’è. È finito, è pronto, è bellissimo. L’abbiamo visitato, toccato con mano: oro antico, poltroncine Frau eleganti, 1.500 posti, le file dei palchi perfetti, cotto anticato a terra, sgabelli imbottiti alti, nuova cabina regia al centro. E con quello sfondamento visionario degli ultimi due ordini, caratteristici, che con un magico salto all’indietro lo trasformano in anfiteatro greco. Il nuovo Petruzzelli è magico. Pronto per partire, dalla buca al palcoscenico. Rigorosamente ignifugo. Ricostruito dopo l’incendio che totalmente lo distrusse alle 2 di notte del 27 ottobre 1991. Con fedeltà assoluta al “come era dove era”. 18 mesi, 50 milioni di euro, ci dice l’architetto Gianni Vincenti, direttore tecnico dei lavori. Il Teatro era stato aperto nel 1903. Così ricordava la vecchia targa, su in alto vicino all’orologio. Adesso ce n’è una nuova allo stesso posto: MMVIII. 2008. Il teatro è pronto. Ma è chiuso. Le chiavi sono a Roma, presso l’Alto Commissariato per la ricostruzione del Petruzzelli. L’ultima parola spetta al ministro Bondi. Manca un’ultima certificazione di idoneità. Paradossalmente riguarda l’unica porzione del teatro che non andò bruciata: il foyer di ingresso. Il sopravvissuto. In questi anni ci tenevano le conferenze, le famiglie di Bari andavano a far la foto ricordo dopo i battesimi, i matrimoni. Non era adeguatamente ignifugo. Proprio lui. L’altro ieri i periti hanno smentito: è adeguato. La notifica ufficiale arriverà mercoledì, 18 marzo. Tardi per la Turandot di Puccini, la nuova produzione di Roberto De Simone fissata per inaugurare il Petruzzelli, il 21 marzo.
L’opera si farà. Ma alla Fiera del Levante, allo Spazio 7. È un capannone, Principessa Turandot, non storca gli occhi: gli enigmi della vita sono tanti, non ce lo ha insegnato lei? La prima recita è stata anticipata a venerdì, il 20. Si recupera una data in più. Le maestranze del Petruzzelli, artisti come se ne trovano solo al Sud, nei laboratori vicino a Modugno hanno dovuto mettere da parte la favolosa schiera dei guerrieri Xian, l’enorme scalinata con portale fuori dal tempo previsti da Nicola Rubertelli per l’opera di Puccini. E stanno di corsa lavorando a pannelli coprenti e isolanti. Un minimo di grazia al luogo va data.
Ma a questo punto fare l’opera, a tutti i costi, era la sfida. L’unica strada per andare oltre. «Vincerò», come Calaf. Il sovrintendente Giandomenico Vaccari è pronto con la stagione. Tutte nuove produzioni: Valchiria, regia di Pagliaro, Macbeth di Verdi, Britten col Sogno, regia di Daniele Abbado. E la fatale Norma. Proprio lei, in scena quando il Petruzzelli venne incendiato (processo chiuso, mandanti assenti). La regia di Tiezzi nel frattempo ha girato tra Bologna e Trieste. Qui verranno ricostruite le scene sui preziosi disegni di Mario Schifano. La musica al Petruzzelli va avanti: dal 2011 parte un progetto di nuove commissioni di opere. Una per stagione. La prima di Fabio Vacchi ha già il titolo: Lo stesso mare, su libretto di Amos Oz. Il teatro di Tel Aviv è pronto a gemellarsi. Poi verrà Sollima. Poi si pensa a Fedele, Betta. Avanti, avanti. A gennaio dell’anno prossimo De Simone è prenotato per ritornare con la sua vera Turandot: ne ha scritto anche un nuovo finale. Non verrà eseguito in questa versione di battaglia: allo Spazio 7 la musica si fermerà alla morte di Liù. Ma siamo curiosi del nuovo esperimento, dopo Berio. E abbiamo visto favolose le scene di Rubertelli, tra fiaba e simboli arcaici. Liù rinasce in Turandot. La principessa di gelo man mano si trasforma in guerriero Xian, l’esercito di statue in terracotta in Cina.
Questo si farà al Petruzzelli. Al più presto. Non si aspettino le prossime elezioni a giugno del nuovo sindaco per aprirlo. Il Teatro ha già vinto, e il Teatro è di tutti.
1«Turandot» di Puccini; direttore Denis Vlasenko, regia di Roberto De Simone;
Bari, Fiera del Levante, 3 repliche,
fino al 24 marzo.