Rassegna stampa

Quei nemici dello stand accanto

di Rita Fatiguso

Bici e lampade, fitofarmaci, principi attivi, macchine per il caffé, vestiti e gioielli. Se in un mondo globale esporre in Fiera vuol dire rischiare il know how, un rischio troppo grande, tanto vale rimboccarsi le maniche. E cercare di far muro contro i falsari. Come? Con strumenti di tutela penale e civile e regolamenti di autodisciplina sottoscritti dagli stessi espositori.

Carlo Guglielmi, presidente di Indicam, l’istituto di contromarca per la lotta alla contraffazione e di FontanaArte, crede nei benefici della prevenzione: «Durante le fiere sono possibili almeno due vie fondamentali – spiega –: quella giudiziaria e quella dell’autodisciplina. La prima è in tre tappe: descrizione, sequestro e inibitoria. Se il sequestro è raro, perché implica esigenze di giustizia penale, la descrizione è più frequente e richiede tempi più brevi, coerenti con la durata delle fiere. Anche per l’inibitoria c’è una nuova tendenza alla concessione durante le fiere».

L’espositore si deve rivolgere all’autorità giudiziaria, che può intervenire con i propri ufficiali e i propri periti. Descrizione e inibitoria possono essere concesse anche senza prima ascoltare l’espositore accusato di contraffazione. Molto più frequente è peraltro la concessione di provvedimenti di descrizione. Tuttavia, data l’usuale rapida concessione, c’è un rischio di abuso: «La richiesta potrebbe essere strumentale – precisa Guglielmi –, per mettere in cattiva luce o danneggiare un concorrente a motivo della sua "spettacolarità", con ufficiali giudiziari e periti che, carte bollate alla mano, ispezionano lo stand. In questi casi, sta all’etica di chi vi ricorre a non abusarne».

Le fiere possono prevedere poi una soluzione di tutela interna, cioè l’autodisciplina, gestita autonomamente senza il ricorso all’autorità giudiziaria. «Tutti gli espositori – è ancora Carlo Guglielmi a parlare – sottoscrivono un regolamento interno che garantisce il rispetto comune di regole fondamentali. L’accettazione fa parte del contratto stesso di esposizione e consente a un organismo designato ad hoc di effettuare interventi inibitori ai danni di chi esponga merce contraffatta». Negli ultimi cinque anni queste misure sono state adottate da Fiera Milano International e Verona Fiere. Con il vantaggio della velocità di esecuzione. Dopo la segnalazione della possibile presenza di merce contraffatta, la decisione sulla eventuale inibizione viene presa immediatamente da un organo di dieci esperti nominati tra giuristi e consulenti in Proprietà Industriale.

«Qualora la merce risulti in evidente violazione di diritti di terzi, l’organo di esperti formula un invito a non mantenerne l’esposizione – continua Guglielmi –. Se l’invito non viene accolto, si passa all’intervento, dopo aver dato all’espositore "accusato" la possibilità di difendersi in un’udienza presieduta da un collegio di altri tre esperti». I cinesi, ma non solo, sono tra gli espositori che più spesso vengono pizzicati con merce contraffatta. La Compagnia della Guardia di Finanza di Rho, per esempio, nel 2006 ha denunciato in totale 36 espositori, di cui 14 cinesi. «Una buona percentuale – taglia corto Guglielmi –, ma è significativo che la maggioranza dei contraffattori denunciati risulti di nazionalità italiana…».

r.fatiguso@ilsole24ore.com

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