Rassegna stampa

Privatizzazione, categorie produttive alla porta

Sarà il nuovo consiglio di amministrazione, riunitosi per la prima volta lo scorso 25 gennaio, a concludere l’iter che segnerà la trasformazione dell’Ente Fiera di Vicenza in Spa. La data è fissata per il prossimo 31 marzo.

“Attualmente il complesso fieristico appartiene a una società per azioni (Immobiliare fiera Spa) mentre l’Ente Fiera è l’organismo che gestisce spazi ed eventi – spiega Pietro Magaddino, assessore alle Società partecipate del Comune di Vicenza – L’Ente Fiera è costituito da Comune di Vicenza, Provincia e dalla locale Camera di commercio, presenti, ciascuno, per un terzo. Stessa proporzione che si incontra nella Immobiliare fiera Spa dove ciascuno ha il 33,33 per cento. Poi c’è la società Vicenza fiere international Srl, costituita un mese fa, che si occupa invece di promuovere l’attività fieristica di Vicenza all’estero, quindi, del marketing. Abbiamo il 10% del capitale sociale (1 milione), cioè 100mila euro”.

Fin qui l’assetto attuale. Ma la trasformazione in Spa ha aperto un conflitto con le associazioni economiche della città, dopo che tre mesi fa il lodo emesso dagli arbitri incaricati di decidere sulla prossima compagine sociale avevano affidato tutto il pacchetto in parti uguali a Comune, Provincia e Camera di commercio. “Il lodo ha lasciato fuori le categorie? – si chiede Magaddino – La Camera di commercio in fondo rappresenta tutte le realtà economiche. Di per sé, il lodo, ha deciso che certe associazioni di categoria, che ritenevano di dovere essere anche loro comproprietarie, non avevano titolo per avere una quota parte della futura Spa. Sono state quindi escluse le associazioni. Il lodo era stato accettato, e questa è la situazione di fatto da cui partire”.

Intanto le categorie economiche rilanciano: si vorrebbe trasformare l’Ente Fiera di Vicenza in Fondazione o Associazione, di natura non commerciale e di diritto privato, alla quale trasferire il patrimonio dell’Ente e prevedere nel contempo una Spa alla quale conferire la struttura operativa per lo svolgimento dei servizi legati alle attività fieristiche. La Spa dovrebbe avere inizialmente come socio il nuovo Ente Fiera e aprirsi poi ad altre partecipazioni. “Sarà difficile cambiare il lodo senza che qualcuno incorra in sanzioni”, aggiunge l’assessore, che rimanda alla trasformazione in Spa dell’Ente Fiera anche la realizzazione del nuovo quartiere fieristico. “Sono stati realizzati due studi di progetto. Un primo, chiamato “progetto Camerino”, sembra non aver trovato gradimento in sede di Cda della Fiera – spiega Magaddino – e quindi lo studio è passato a una società di Milano (Sviluppo sistema Fiera Spa, controllata da Fondazione Fiera Milano). Non è neppure detto che ci sarà il nuovo quartiere: può darsi che venga presa la decisione di rimanere dove si è e di intervenire con una ristrutturazione che semplicemente modifica il progetto Camerino recependo le indicazioni a suo tempo emerse. É prematuro in questo momento dare una data: tutte le soluzioni sono possibili”.

Newsletter