
Prato Expo addio? La Regione dice no e rilancia su Firenze
17/09/2004 – E’ di nuovo braccio di ferro tra Firenze e Milano sulla fiera unica del tessile italiano. I quattro saloni espositivi del Nord Italia – Ideabiella, Ideammo, Moda In e Shirt Avenue – si sono già messi d’accordo: all’appuntamento di marzo 2005 si presenteranno insieme, tutti e quattro a Milano. L’obiettivo è fare concorrenza al salone parigino Premiere Vision ed “evitare gli sprechi (troppe fiere sovrapposte). Non ha alcun senso dire che Firenze attacca Milano o viceversa”, dice Paolo Zegna, presidente di Sistema Moda Italia, che propone un confronto “aperto e trasparente”. Dal gruppo dei quattro resta per ora fuori Prato Expo, che si svolge alla Fortezza da Basso dove ieri si è inaugurata la 52a edizione. Prato si accoderà alle altre fiere e si trasferirà a Milano, magari a settembre come dicono in molti? La sensazione è che sia questo l’orientamento di fondo. Prendere tempo per arrivare, senza strappi violenti, al divorzio da Firenze. Ma non c’è nulla di deciso. “Qualunque decisione prenderemo – osserva Riccardo Marini, presidente di Prato-trade che organizza Prato Expo – sarà nell’interesse esclusivo delle imprese”. Marini non dice che Prato Expo andrà a Milano, ma non dice neanche che resterà a Firenze. E quale migliore occasione poteva esserci per farlo, se l’idea fosse stata questa, che non la cerimonia di ieri nella splendida cornice della Fortezza? Per ora, dunque, Prato prende tempo ma intanto la “bolla” è scoppiata e infatti l’assessore regionale alle attività produttive Ambrogio Brenna, vede il pericolo e alza la voce. Firenze non può perdere un’altra fiera. A maggior ragione visto che il tessile sembra finalmente dare segni di ripresa, con un aumento dello 0,5% della produzione toscana dopo due anni negativi e con una crescita delle esportazioni, soprattutto verso Francia (+1,3%) e Germania (+2,8%). Così la Regione sbarra la strada a Milano e candida il capoluogo toscano a sede per accogliere il salone unico del tessile italiano. “Attenzione – dice Brenna – la questione della fiera unica non si riduce alla funzionalità o meno della sede, alla sua efficienza… ma coinvolge i centri decisionali strategici del sistema moda. Il rischio – lo dico chiaramente – è che la Toscana diventi un grande reparto produttivo al servizio di strategie imprenditoriali decise altrove (cioè a Milano). Qui a Firenze – incalza Brenna – si fa Pitti Uomo, che è la migliore manifestazione esistente dedicata alla moda. Se si fa Pitti Uomo, per quale motivo non si può fare a Firenze la fiera del tessile italiano? Su questo la Regione è disposta a fare la sua parte”. Con Brenna si schierano subito il sindaco e il presidente della Provincia di Prato, Romagnoli e Logli. E le imprese che faranno? L’orientamento del consiglio direttivo di Prato Expo è favorevole alla fiera unica perché nel mondo globalizzato continuare a giocare ai campanili non fa bene a nessuno. Sulla sede però restano i dubbi. Milano offre uno spazio espositivo galattico rispetto a Firenze, offre l’aeroporto, servizi migliori. Da sola, poi, Prato rischia di restare emarginata. Ma a Milano ci sono anche ombre. “Se vogliamo essere sempre di più fiera dell’eccellenza e dell’innovazione – dice Franco Bini, ex leader di Prato Expo – allora meglio soli a Firenze come fiera di nicchia”.