
Polo a tre in Emilia-Romagna
È una fase di assestamento quella che in questo momento stanno vivendo le Fiere del Centro-Nord. Dall’addio anticipato di Saiedue (e la risposta della società guidata da Luca Cordero di Montezemolo con la nascita di Saie Spring) alla vendita di Promotor international da Cazzola ai francesi di Gl Events fino alle aperture di Claudio Artusi, ad della fiera di Milano, per una "casa comune" con Bologna, è soprattutto in Emilia-Romagna che si è tornato a discutere del futuro dei quartieri fieristici. L’assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli rilancia l’idea di una rete unica sulla via Emilia che «dovrà occuparsi di promozione integrata e di marketing comune per aggredire in particolare il mercato internazionale».
Nelle Marche intanto prosegue il cammino dell’unificazione tra Pesaro e Erf (Ancona e Civitanova Marche). Entro l’anno dovrebbero essere risolti tutti i dettagli tecnici. Umbriafiere, dal canto suo, si gode i buoni risultati ottenuti soprattutto grazie alla convegnistica.
Più complessa invece la situazione in Toscana. Firenze Fiera è ancora alla ricerca di una missione. E i tempi per trovarla non saranno tanto brevi. Il percorso individuato dai soci di controllo (Regione Toscana, Comuni e Camere di commercio di Firenze e Prato) prevede più tappe. La prima riguarda l’ipotesi di una permuta con il Demanio che girerebbe alle istituzioni locali la Fortezza da Basso, principale sede espositiva del polo fiorentino, in cambio di qualche altro asset di pari valore. La perizia è in corso e dovrebbe concludersi entro l’estate. In questo quadro però sono ancora lunghi i tempi per trovare un partner privato cui affidare la gestione.
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