Rassegna stampa

Più servizi e Far East nei progetti di Milano

Previsione di un bilancio in attivo, ulteriore spinta sui servizi alle imprese e sull’internazionalizzazione, senza però escludere a priori accordi anche sul fronte italiano. Il 2009 per Fiera Milano si apre con le dovute precauzioni, alla luce della situazione economico-finanziaria internazionale, ma l’anno sarà comunque caratterizzato da investimenti e voglia di crescere.
Il 2008 si è chiuso con un ritorno del bilancio in attivo (in attesa dei dati definitivi si è certi di aver raggiunto l’obiettivo di 320 milioni di ricavi consolidati e 28 milioni di margine operativo lordo), e anche negli ultimi mesi sono arrivati segnali positivi, come conferma l’amministratore delegato Claudio Artusi: «Il mercato domanda-offerta nell’ultimo trimestre si è confermato vivace. Questo ci consente di guardare con fiducia al 2009, anno in cui riteniamo di non correre rischi di ritrovarci con un bilancio in rosso, anche perché abbiamo delle manifestazioni triennali che offrono opportunità importanti come Plast (materie plastiche e gomma), Grafitalia, Converflex (package e printing)».
Per l’anno in corso l’attività all’estero fornirà un contributo ancora contenuto, ma importante in prospettiva futura. L’accordo con la Fiera di Hannover di recente è stato esteso all’India oltre che alla Cina e Fiera Milano guarda con interesse anche a Russia, Brasile e Turchia. «L’India – prosegue Artusi – per il momento rappresenta un’iniziativa molto piccola ma profittevole. Del resto tutte le iniziative in cui ci impegnamo devono avere il prerequisito di presentare conti in ordine. Quanto alle operazioni in Paesi esteri, ci aspettiamo che le fiere che andremo a organizzare offrano tassi di crescita analoghi a quelli del Paese ospitante. Cina, India, ma non solo, saranno i grandi motori dello sviluppo fieristico futuro: chi ci sarà e sarà bravo ne trarrà beneficio».
Di conseguenza le attività internazionali diventeranno sempre più importanti sia per quanto riguarda il peso operativo che strategico nel gruppo Fiera. Gruppo che ha imboccato con decisione anche la via dello sviluppo e della fornitura di servizi alle imprese che partecipano agli eventi, andando oltre la mera gestione di spazi. Altra scelta che, in prospettiva, si farà sentire sul bilancio: «Un organizzatore fieristico ha nella vendita degli spazi e servizi il core business in termini di peso percentuale – precisa Artusi –. Noi però stiamo cercando di seguire le richieste del mercato che chiede opportunità di sviluppare sistemi di relazione, modalità di comunicazione, acquisizione di informazioni più ricche di quelle consentite dalle normali modalità espositive. Di conseguenza alcuni strumenti peseranno di più nel bilancio ma costituiscono anche un supplemento di attrattività competitiva per far sì che nel momento di decidere un’azienda che debba scegliere a quale fiera partecipare scelga noi a scapito di altri».
Accordi internazionali, operatività su mercati esteri, sviluppo di servizi evoluti. Per il futuro, però, Fiera Milano non esclude a priori mosse all’interno dei confini nazionali. «Siamo molto attenti – conclude l’amministratore delegato – a tutte le opportunità, leggere o pesanti che possano emergere da accordi con quartieri fieristici italiani che esprimano valore. Del resto se pensiamo che anche le ex municipalizzate, che erano strumento dei campanili, stanno facendo degli accordi, sarebbe miope dire che ciò non possa accadere con le fiere. Si tratta di un dossier che ci vede molto attenti e, ci tengo a sottolineare, non con una logica colonialistica».
m.prioschi@ilsole24ore.com

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