
Più aree alla Fiera, per vendere
Adottato in Consiglio comunale il nuovo schema di convenzione urbanistica per il completamento del Polo di via Caprera Più aree alla Fiera, per vendere Concessi altri 10mila mq per servizi complementari alle attività espositive
La società che gestisce la Fiera di Brescia ha diecimila metri quadrati in più da utilizzare per costruzioni finalizzate alla realizzazione di servizi complementari al polo fieristico. È stata infatti approvata ieri sera a maggioranza in consiglio comunale la nuova convenzione relativa alla realizzazione del nuovo Polo fieristico. In sostanza, si è trattato dell’approvazione della variazione di uno schema di convenzione già stipulato tra Amministrazione Comunale e la società «spa immobiliare – Fiera di Brescia» nel 2001. Restano dunque ferme alcune restrizioni, peraltro già contenute nella convenzione stipulata tra Comune ed Ente Fiera nel giugno 2001. Restrizioni che prevedono l’utilizzo dell’area non destinata ad esposizione – che comunque dovrà essere inferiore a quella dedicata alla fiera in senso stretto – per la realizzazione di uffici finanziari, pubblici esercizi, commercio specialistico, attività di associazioni non profit. «Crescono le attività complementari alla fiera, ma saranno attività di terziario guidato e, comunque, funzioni di qualche pregio – ha spiegato l’assessore Mario Venturini -. Un aumento che non può superare il 49% dell’intera superficie di 104 mila metri quadrati ma che dovrebbe garantire qualche certezza in più sotto il profilo economico all’immobiliare che gestisce la fiera». Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Paolo Corsini per l’approvazione della nuova convenzione: «Un passaggio che consentirà alla fiera di svilupparsi, con notevole beneficio per l’intera comunità bresciana anche nella prospettiva di una ripresa economica del territorio». La realizzazione del nuovo centro fieristico prevede, tra l’altro, la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria del valore stimato di otto milioni e 350 mila euro, da aggiungersi a quello delle opere già realizzate per un totale di circa tre milioni e 300 mila euro; prevede la cessione gratuita al Comune di ulteriori 82 mila metri quadrati – da aggiungersi a 27.400 già in suo possesso – e, infine, la costituzione di servitù perpetua ad uso pubblico di una superficie complessiva di 84mila metri quadrati. Sempre in tema di Urbanistica, è stato approvato il piano attuativo che prevede il recupero dell’area di via Chiusure dove sorgeva la storica fabbrica Cidneo. Si tratta di un intervento su 9900 metri quadrati di superficie che verrà destinata ad area residenziale, con obbligo da parte della società costruttrice di destinare una quota di 2800 metri quadrati ad una trentina di alloggi che saranno venduti a prezzi stabiliti dall’edilizia convenzionata. L’intervento precede anche la realizzazione di un parco di 12 mila metri quadrati verso il fiume Mella e la sede della terza Circoscrizione. Poco prima del passaggio che ha permesso l’adozione del piano attuativo dell’area di via Grazzine, in aula è entrato un gruppo di dipendenti comunali in agitazione per il rinnovo del contratto integrativo di lavoro. In via Grazzine verranno costruite alcune palazzine con una parte dedicata all’affitto convenzionato ed un’altra, di circa diecimila metri quadrati, destinata a verde. Nella maratona delle approvazioni – che dopo l’impasse della «querelle» sulle riprese televisive hanno ripreso velocità anche grazie alla regia della presidente Laura Castelletti -, anche quella della variante al Piano regolatore a seguito della valutazione del rischio delle aree classificate a rischio idrogeologico molto elevato. Una variante che, per essere approvata, ha dovuto subire la verifica di compatibilità da parte della Provincia. Un «via libera» indispensabile per far decollare gli spazi soggetti a rischio geologico (la possibilità è l’esondazione del Naviglio che scorre sotto l’area visibile ad occhio nudo) nell’area compresa tra la Wührer e via della Musia. Dal «nodo» urbanistico a quello più strettamente legato ai diritti della persona. Due argomenti solo all’apparenza distanti tra loro, in realtà due aspetti strettamente collegati alla qualità della vita di ciascuno di noi. Diritti, dunque. Che spesso si perdono, quando si viene privati della libertà personale per una serie di motivi. Tra questi, emblematico quello della carcerazione. Da qui l’intuizione di istituire il «garante dei diritti delle persone private della libertà personale», i cui compiti sono stati illustrati dall’assessore alla Partecipazione Rosangela Comini. Una proposta che ha suscitato una vivace discussione ed una serie di emendamenti, accolti dalla maggioranza, nei quali alcuni consiglieri della Casa delle Libertà hanno chiesto di inserire la «gratuità» del ruolo del garante e, anche, che la stessa figura venga nominata dal consiglio comunale e non, come indicato dalla delibera, dal sindaco. Che funzioni potrebbe avere il garante? Molte. Tra queste, il rispetto della dignità delle persone. Ad esempio, come ha sottolineato la consigliera Giovanna Giordani, «evitare che fuori dal carcere donne e bambini sostino per ore in attesa di avere un brevissimo colloquio con le persone care che si trovano al di là del portone». Nell’insieme, un segno di civiltà, accolto dall’assemblea consiliare.