
Più aiuti per affrontare la concorrenza
MILANO – «Mille manifestazioni all’anno, sessanta miliardi di giro d’affari più sei miliardi di indotto. Da soli questi numeri basterebbero a togliere ogni dubbio sull’importanza di approvare le agevolazioni fiscali per il sistema fieristico». Piergiacomo Ferrari, a.d. di Fiera Milano e presidente dell’Aefi, l’associazione delle fiere italiane, è preoccupato della discussione che si è aperta sull’articolo 17 del Ddl competitività: giovedì è fallito il tentativo del Governo di far votare un emendamento che eliminava una norma che introduce incentivi fiscali per investimenti nel settore fieristico. Ora, l’articolo 17 dovrà passare indenne anche l’esame del Senato. «Speriamo che i senatori si dimostrino boni viri e non mala bestia» scherza con una citazione latina Ferrari. «Sarebbe assurdo perdere anche quest’opportunità, dopo che la misura a favore delle fiere fu già eliminata sul filo di lana dalla Finanziaria».
In gioco ci sono 60 milioni di euro per detassare parte degli utili se investiti entro tre anni nell’ammodernamento di beni e impianti. Una sorta dei “Tremonti” ad hoc per le fiere. «Non capisco perché dovrebbero esserci difficoltà di copertura su questa misure e non su altre. È ora di sancire l’importanza strategica del nostro settore», dice il presidente dell’Aefi.
«Sessanta milioni sono una cifra contenuta, ma è importante che passi il principio: le fiere rischiano di diventare sempre più vulnerabili di fronte al concorrente di sempre, la Germania, e a competitor emergenti come Francia e Spagna. Senza contare il potenziale dei sistemi fieristici delle aree emergenti, che possiamo dividere in tre grandi gruppi: Russia ed Est Europa, Sudamerica, Cina e India».
«Per crescere – prosegue Ferrari – abbiamo bisogno di modernizzare i padiglioni, di dotarli di sistemi informatici più avanzati, anche in previsione delle nuove regole sulla certificazione dei dati che scatteranno dal 2006. E le agevolazioni potrebbero spingere gli investimenti nel campo della logistica». Tutti interventi che saranno necessari per migliorare l’efficienza dei quartieri più datati, ma che potranno tornare utili anche nell’espansione immobiliare che è nei piani di alcune delle fiere maggiori.
«Il sistema ha vissuto la sua svolta storica – commenta Ferrari – con la trasformazione da enti fieristici a società di capitali. Ora bisogna assecondare la crescita. L’accordo con il ministero delle Attività produttive per il sostegno all’internazionalizzazione è un primo passo, mancano ancora le altre due priorità indicate nel libro bianco che abbiamo presentato al Governo: infrastrutture di accesso ai quartieri e agevolazioni fiscali».
Su quest’ultimo tema, per ora, la lobby delle fiere ha avuto la meglio. «Come Aefi abbiamo apprezzato in modo particolare l’impegno del relatore del provvedimento, Guido Crosetto, e del deputato Giovanni Deodato che hanno sostenuto con forza la misura a favore delle fiere. A chi è in disaccordo, farei notare che le fiere tedesche, il nostro maggior concorrente, ricevono finanziamenti a fondo perduto dai Lander. la concorrenza è forte e organizzata. Bisogna rispondere».