Rassegna stampa

Pitti boccia il piano della Fiera

FIRENZE – «Se passa questo piano industriale non ci sono i presupposti per un coinvolgimento di Pitti nella gestione del polo fieristico fiorentino». Alfredo Canessa, imprenditore del settore moda e presidente del Centro di Firenze per la moda italiana, nel cui portafoglio è custodito il controllo di Pitti Immagine, più che rassegnato sembra deluso.
«Vedo due ordini di problemi: c’è l’esigenza di fare scelte infrastrutturali importanti, e soprattutto rapide, indispensabili al rilancio della Fiera; e c’è la prospettiva, esplicitamente indicata dagli azionisti del polo espositivo e congressuale, di trovare un partner operativo – spiega Canessa -. Su entrambi i fronti abbiamo dato la nostra disponibilità, sia per individuare gli interventi più urgenti, sia per valutare la fattibilità di una collaborazione industriale, ma non siamo riusciti ad andare oltre alla dichiarazione d’intenti. Abbiamo la sensazione di una certa rilassatezza – aggiunge – mentre sarebbe necessario dare un colpo di acceleratore nell’interesse della città».
Canessa e i vertici di Pitti, il presidente Gaetano Marzotto e l’amministratore delegato Raffaello Napoleone, proprio oggi impegnati a inaugurare la 69esima edizione di Pitti Uomo tra i soliti problemi di spazi, parcheggi e viabilità, hanno ricevuto il piano industriale messo a punto prima di Natale dall’amministratore delegato di Firenze Fiera, Alberto Bruschini. Si tratta di un piano "stand alone", che non prende in considerazione l’arrivo di partner, se non in linea teorica, e che prevede di riportare la società in pareggio nel giro di tre anni (nel 2005 ha perso 5,7 milioni) con un investimento di 14 milioni, per sostenere il quale sarà indispensabile una ricapitalizzazione.
Per il nuovo consiglio d’amministrazione di Firenze Fiera l’unica strada percorribile è quella di basare l’azione di rilancio sull’esistente, e non su quello che non c’è. Bruschini, seguendo le indicazioni dei suoi azionisti (Regione, Provincia, Comune e Camera di commercio di Firenze e Prato), naturalmente è pronto ad aprire un confronto con eventuali partner privati, a cominciare da Pitti, per discutere della gestione di fiere e congressi. Ma sulla base dei contenuti del piano presentato, Canessa risponde picche. «Si tratta di linee guida che devono ancora essere approvate dai soci di Firenze Fiera – dice il numero uno del Centro moda – ma se questo è l’esordio credo che non andremo lontano».
Alla delusione di Canessa si somma quella dei vertici di Pitti Immagine: «Il quartiere fieristico della Fortezza da Basso è una risorsa straordinaria e strategica, una struttura unica che si differenzia da tutte le classiche aree fieristiche europee, molto grandi ma anche molto asettiche – sottolinea Napoleone -. Pitti ha messo a disposizione della città le proprie competenze per sviluppare il polo fieristico, ma le risposte che abbiamo avuto non sono sempre state all’altezza delle attese. Basti dire che la Fiera non si è mossa per avere a disposizione il parcheggio di Piazza Caduti. La sensazione – aggiunge – è che per alcuni interlocutori istituzionali il settore espositivo non sia davvero strategico».
Per Canessa è la politica che dovrebbe fare un passo indietro: «La condizione per un nostro coinvolgimento è che ci sia un passo indietro della politica nella governance e un passo avanti nella definizione di nuovi assetti e di obiettivi più alti nel piano industriale – dice -. Qualcosa di simile è accaduto una ventina d’anni fa in casa nostra, i cui azionisti sono gli stessi della Fiera: oggi il Centro ha 11 consiglieri di cui otto imprenditori, mentre Pitti ha un consiglio di 11 membri, tutti imprenditori indipendenti. Per avere successo è l’unica formula possibile». Resta il fatto che, stando così le cose, difficilmente potrà essere celebrato il matrimonio tra Firenze Fiera e Pitti Immagine. E se alla fine arrivasse un partner diverso? «Sarebbe il segnale che la città non sa valorizzare gli asset del territorio», conclude Canessa con amarezza.
CESARE PERUZZI
c.peruzzi@ilsole24ore.com


L’identikit delle manifestazioni
Gli impegni e le strategie di Pitti
I progetti. Quest’anno per la prima volta Pitti immagine realizzerà più manifestazioni a Milano che a Firenze (cinque contro quattro). Le rassegne milanesi (White, Neozone, Cloudnine, ModaPrima e Pitti Living) sono il frutto della strategia di crescita messa in atto dai vertici di Pitti e dell’alleanza del Centro di Firenze per la moda italiana con Sistema moda Italia-Ati (rispettivamente azionisti di Pitti con l’85 e il 15%).
Il gruppo. Il gruppo presieduto da Marzotto, 47 dipendenti e 27,3 milioni di fatturato nell’ultimo esercizio chiuso il 30 settembre 2005, oltre che nella moda opera in altri settori del made in Italy (vino design) e gestisce la Stazione Leopolda a Firenze.

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